18 Ottobre 2025
Buenos Aires, 18 ott. (askanews) - Campagna elettorale per il presidente argentino Javier Milei con un comizio a Buenos Aires in vista delle cruciali elezioni legislative del 26 ottobre. Sul posto sono scoppiati scontri tra i suoi sostenitori e alcuni manifestanti.
Da due anni l'ultraliberista Milei governa in forte minoranza (37 deputati su 257) e ritiene che un buon risultato sarebbe ottenerne un terzo, sufficiente a difendere le misure del governo. Né garantito, né escluso, secondo i sondaggi. L'economia argentina intanto vive in febbrile instabilità: peso sotto pressione, corsa al dollaro rifugio, acquisti d'emergenza nel timori di una svalutazione o di un deprezzamento del peso dopo il voto e dunque di un nuovo balzo dei prezzi.
Le elezioni rinnoveranno metà della Camera e un terzo del Senato. Per il presidente, in carica dal 2023, si tratta della sua futura capacità d'azione: avere il margine necessario per portare avanti le riforme di deregulation nei due anni restanti di mandato, di fronte a un Parlamento finora ostile. Nel mirino: tagli alle imposte, in particolare per le imprese, e una riforma del mercato del lavoro per aumentare la flessibilità, ponendo fine a quella che Milei definisce "l'industria delle cause" in materia di lavoro.
Al comizio di Buenos Aires i suoi sostenitori spiegano: "Sta facendo le riforme che servono per migliorare il paese. Difficile? Sì, bisogna riconoscerlo ma è necessario. L'economia non guarisce da un giorno all'altro ci vuole tempo" dice Angelo Gomez, uno studente.
"C'è molta corruzione, molta propaganda e fake news che vogliono far credere che nessuno lo sostiene ma non è la verità lo abbiamo votato in maggioranza" dice Nancy Cappellia, insegnante. "Uscire da questa situazione dopo 40 anni è faticoso ma lo sapevamo. Non ci ha mai mentito, ha sempre detto fin dalla campagna e sta facendo quello che aveva detto".
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