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Sciopero generale in Francia, "Macron se ne deve andare"

Manifestazioni in tutto il paese, la rabbia di pensionati e lavoratori

18 Settembre 2025

Parigi, 18 set. (askanews) - Sciopero generale in Francia, seconda giornata di mobilitazione nazionale contro il governo e le politiche di bilancio del presidente Emmanuel Macron. Dopo la sfiducia parlamentare al premier Francois Bayrou per una legge di austerità lacrime e sangue, il presidente ha nominato un altro capo del governo, Sébastien Lecornu, ma in strada nessuno crede alle sue promesse di rottura con il passato. Capofila delle proteste con coinvolgono cortei in tutte le grandi città, è il leader del maggior partito di opposizione la Francia Insoumise, Jean Luc Melenchon che parla da Marsiglia: "I sindacati, dice, chiamando allo sciopero hanno messo sul tavolo diverse rivendicazioni ed è chiaro che sono incompatibili con la linea politica di Lecornu".

La finanziaria di Bayrou prevedeva tagli per 44 miliardi di euro, inclusa l'abolizione contestatissima di due festività pubbliche. Circa un terzo degli insegnanti ha incrociato le braccia, nove farmacie su dieci sono chiuse, numerosi i blocchi stradali e delle scuole, e i pendolari affrontano disagi sulla metropolitana di Parigi anchese i treni ad alta velocità sono quasi regolari. La polizia ha usato lacrimogeni per disperdere manifestazioni non autorizzate e sono diventate virali le immagini di una ragazza malmenata a Marsiglia.

Mobilitati oltre 80.000 tra poliziotti e gendarmi, con il supporto di droni, veicoli blindati e idranti, e le autorità giurano che la violenza non sarà tollerata.

Vero obbiettivo dei manifestanti però è l'Eliseo, il presidente Macron; i sindacati francesi non hanno ancora digerito la riforma delle pensioni che ha portato da 62 a 64 anni l'età dello stop al lavoro.

"Io sono pensionata", dice questa ex insegnante a Marsiglia, "ho lavorato fino a 67 anni per avere una pensione quasi da miseria e non sopporto più un mondo dove i ricchi si ingozzano alle spalle dei poveri".

"La sfida oggi sarebbe formare un governo" dice un'altra a Lione. "Ma qualunque governo sia, noi continueremo a batterci per le nostre conquiste, per fermare una involuzione sociale che lo vediamo bene, alla fine va sempre contro i lavoratori, i precari e i pensionati".

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