28 Agosto 2024
In rete sta girando un video che mostra alcuni uomini di colore attorno a quello che sembra essere un corpo umano squartato e straziato, mentre ridono, urlano e continuano a tagliare dal tronco pezzi di carne che poi addentano e mangiano.
“Da qualche parte in Africa i selvaggi cannibali stanno godendosi la cena - è il commento al video – non ho ulteriori informazioni sulle vittime e sui cannibali”.
Il video risulta provenire da una piattaforma di snuff movies che si fa pagare in Bitcoin, riservata a "chi ama divertirsi con la violenza": un’antologia di immagini a dir poco raccapriccianti relative alle vittime di incidenti e omicidi.
Il video in questione - che pubblichiamo volutamente oscurato nei passaggi più crudi - è di bassa qualità, con ogni evidenza girato con un device, in notturna. Alcuni dei presenti hanno in mano telefonini con cui riprendono. Dunque, possiamo dire che si tratta di un filmato relativamente recente. Tutti i presenti sono di colore, vestiti con abiti normali: canottiere, shorts, sandali. Alle loro spalle c’è una forte luce ad illuminare la scena che sembrerebbe un faro.
Non si vede la testa del corpo straziato: sembrerebbe trattarsi di un individuo di sesso maschile, parzialmente ustionato. Sarebbe da escludersi che si possa trattare di un grosso quadrumane, ad esempio un gorilla, perché si vedono piedi umani. Giace a terra, su uno sterrato, tra quelli che sembrano rifiuti o detriti e qualche grossa pietra. Almeno due persone vengono riprese mentre portano alla bocca carne sanguinolenta.
Le immagini non consentono di estrarre alcuna informazione utile sul luogo e neanche è possibile dire che non si tratti di un clamoroso fake: quella dell’uomo che si nutre di un altro uomo, a prescindere dal motivo, è un’immagine che la nostra mente rifiuta: automaticamente collochiamo fuori dall’umano la predazione intraspecifica, ovvero la pratica di mangiare individui appartenenti alla propria specie.
Per essere corretti, tra gli esseri umani deve parlarsi di antropofagia, dal greco ἄνθρωπος "uomo" ed φαγέω "mangiare". Il termine "cannibali" deriva dallo spagnolo caníbal ed era utilizzato per indicare la popolazione delle Piccole Antille: nella cultura europea è stato introdotto da Cristoforo Colombo, come ricorda l'Enciclopedia Treccani aggiungendo che “nel giornale di bordo del suo primo viaggio nel Nuovo Mondo, egli riferisce che gli abitanti delle Isole Bahamas e di Cuba chiamavano con questo nome i popoli delle Piccole Antille, i caribi, loro nemici tradizionali, descritti come feroci guerrieri i quali si cibavano della carne delle loro vittime”.
Il costume dell'antropofagia è conosciuto da tempi assai antichi: ne parla Erodoto ne riferisce a proposito degli Androfagi (Storie, IV, 18; 106), e dei Massageti (Storie, I, 216); Strabone (Geografia, XV, 2, 14; 710; IV, 5, 4), Plinio il Vecchio (Storia naturale, IV, 88; VI, 53; 195) e Tolomeo (Introduzione geografica, IV, 8, 3; VI, 16, 4) riportano notizie di usanze antropofaghe tra le popolazioni dell'Irlanda, dell'altopiano indoiranico, dell'alto Nilo e dell'interno dell'Africa. Marco Polo, nel Milione, descrive i raccapriccianti usi antropofagici di alcuni popoli del Giappone, di Sumatra e delle isole Andamane nell'Oceano Indiano. Durante la Dinastia Yuan (13th–14th century), in Cina era partcolarmente apprezzata la carne di giovanissimi (children, riporta la compassata enciclopedia Britannica).
A partire dal 16mo secolo in poi, con lo sviluppo dei viaggi e delle esplorazioni nei continenti extraeuropei, le segnalazioni e le descrizioni di casi o costumi di antropofagia si moltiplicano.
Poco tempo fa nel sudovest dell’Inghilterra, nella grotta di Gough, a Cheddar Gorge, come raccontava Michael Marshall, new scientist del Regno Unito su Internazionale, gli archeologi hanno trovato i resti di almeno sei corpi umani con molte ossa rotte intenzionalmente e segni di incisioni sui frammenti, segno che per rimuovere la carne erano stati usati strumenti di pietra; soprattutto, circa la metà dei frammenti ossei presentava impronte di denti umani.
Ancora, in un tempo non troppo lontano, nel secolo scorso l’antropofagia - rituale e bellica - era attestata in diversi Paesi.
I soldati giapponesi durante la seconda guerra mondiale consumarono prigionieri di guerra (Fonte enc. Britannica) mentre i Korowai della Nuova Guinea avevano il diritto di mangiare uomini considerati "stregoni".
Nel 17mo secolo, in Inghilterra, e per molto tempo ancora, fino almeno all' '800, la polvere di mummie veniva utilizzata per trattare epilessia e maldistomaco e per "allungare la vita".
Il leader ugandese Idi Amin (1971-79) fu accusato di mangiare i suoi oppositori, e la sua risposta fu: “Non mi piace la carne umana. È troppo salata per me".
E, senza considerare serial killers che sono entrati a inquietare l’immaginario collettivo, nel mondo occidentale i sopravvissuti al disastro aereo delle Ande nel 1972 ce l’hanno fatta proprio mangiando i loro simili.
“Nel Congo straziato da guerra e fame ora l’arma dei tutsi è il cannibalismo” titolava Repubblica nel 2003, suscitando l’indignazione di alcuni commentatori e nel 2022 a proposito di voci di antropofagia nel Continente Nero, sulla rivista on line Africa, che si definisce "impegnata a svelare il volto meno conosciuto del continente nero, con la collaborazione di alcuni dei migliori reporter e fotografi del panorama internazionale", il direttore Massimo Zaurrini parla di “modo superficiale con cui una certa stampa italiana si occupa di Africa e di come il suo sguardo sia ancora velato da inaccettabili pregiudizi”.
Per chi se lo stesse chiedendo, i ricercatori Stanley M. Garn e Walter D. Block negli anni ‘70 ipotizzarono che da un uomo del peso di 50 kg potessero essere prodotti circa 30 kg di massa muscolare commestibile, per un totale di circa 4,5 kg di proteine o 18.000 calorie (un fabbisogno proteico giornaliero sufficiente per 60 persone, considerando 1 g/kg) ma studi successivi hanno concluso che si tratta di carne "poco nutriente" e anche "pericolosa" per la trasmissibilità di alcune malattie.
Pochi giorni prima che quel video iniziasse a girare, ha fatto molto parlare il ritorno nei cinema in versione integrale del più grande e discusso film di Ruggero Deodato, restaurato in 4K, vietato ai minori di 18 anni (16 se accompagnati da un adulto) e privo di tagli.
Considerato come uno dei film più crudeli ed estremi della storia del cinema e censurato in più di 50 Paesi del mondo, Cannibal Holocaust è il punto di non ritorno dell’horror realistico - chiaramente prima dei social e di Internet -"un’esperienza cinematografica rimasta ineguagliata e capace ancora oggi di suscitare polemiche e riflessioni".
Recentemente scomparso, caposcuola del found footage odierno (da The Blair Witch Project a The Visit di M. Night Shyamalan), Diodato ha tra i suoi maggiori estimatori registi come Quentin Tarantino, Eli Roth e Nicolas Winding Refn e sarà tra i registi omaggiati nella prossima Mostra del Cinema di Venezia.
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