29 Ottobre 2020
Coronavirus, Tampone (LaPresse)
Il ministero della Salute chiede aiuto anche ai medici di base per fronteggiare la crisi sanitaria in atto. L'accordo, che riguarda la possibilità che questi effettuino i tamponi nei loro studi, resta su base del tutto facoltativa. Il governo investirà circa 30 milioni di euro nell'acquisto di test e dispositivi di protezione per i medici, che saranno ricompensati con 18 euro per ciascun test fatto. «Ringrazio i medici e i pediatri. Il loro impegno è molto importante, le cure primarie sono un pezzo essenziale del Servizio sanitario nazionale», afferma il ministro della Salute Roberto Speranza.
Il ministero della Salute - si legge su Repubblica - ha convinto medici e pediatri a fare i tamponi direttamente nei loro studi. Tuttavia - prosegue il quotidiano - considerando ciò che accadde con i test sierologici agli insegnanti prima della riapertura delle scuole, saranno poche le adesioni a questo nuovo accordo. Durante la prima ondata, infatti, quando non era previsto nessun compenso extra per l'attività, solo il 10-15% dei medici di famiglia in tutto il Paese accettò di effettuare esami per il coronavirus. E' probabile che adesso la percentuale sarà leggermente più alta dal momento che è previsto un compenso retributivo per ogni esame fatto, tuttavia solo una parte della popolazione potrà fare il test nello studio del proprio medico. Gli altri dovranno farlo nelle strutture Asl. «Ci sarà una rivolta dei condomini dove hanno sede gli ambulatori», dice il presidente dell’Ordine di Milano, Roberto Carlo Rossi, esponente Snami.
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