05 Novembre 2020
Sembra che ormai Joe Biden sia davvero a un passo dal diventare il 46° Presidente degli Stati Uniti d’America. Il candidato democratico infatti ha vinto in Wisconsin e Michigan, due Stati chiave che dovrebbero consentire all’ex vicepresidente di Obama di stabilirsi alla Casa Bianca a partire dal gennaio 2021.
Non è tuttavia ancora detta l’ultima parola per due motivi. In primis, il conteggio è ancora aperto in 6 Stati: Nevada, Arizona, Alaska, North Carolina, Georgia e Pennsylvania. Se escludiamo l’Arizona, oramai quasi certamente nelle mani dei democratici, e l’Alaska, feudo repubblicano, la partita si gioca interamente nei rimanenti 4 Stati. Al momento, i dati ufficiali assegnano 253 grandi elettori a Joe Biden, contro i 214 di Donald Trump.
A Biden basterebbe, stando così le cose, assicurarsi definitivamente l’Arizona e il Nevada (in cui è in vantaggio) per arrivare a 270 grandi elettori, il numero minimo per ottenere la nomina a Presidente. In alternativa, basterebbe vincere la Pennsylvania che, a fronte dei suoi 20 grandi elettori, consentirebbe a Biden di ottenere i 270 voti richiesti. Se anche Trump vincesse in tutti gli altri Stati, si fermerebbe comunque a 268, solo due in meno del suo rivale.
Donald Trump ha comunque già dichiarato che presenterà ricorso in Wisconsin, chiedendo il riconteggio delle schede, visto il distacco tra i due candidati è inferiore all’1%. Anche in Pennsylvania, Michigan, Nevada e Georgia il Presidente ha dichiarato che presenterà ricorso contro la modalità del voto via posta, presupponendo di essere stato vittima di brogli. Sulla questione è intervenuto anche l’Ocse, sostenendo che “le accuse sono prive di fondamento”. Nel pomeriggio di oggi, Donald Trump ha anche pubblicato un tweet chiedendo che si fermi il conteggio, dal momento che le schede arrivate in ritardo via posta non dovrebbero essere considerate valide.
"Qualsiasi voto arrivato dopo l'election day non sarà contato". Così il presidente americano Donald Trump nell'ennesimo tweet con il quale contesta i risultati del voto per posta. Il cinguettio è stato segnalato e nascosto da Twitter come "controverso" e "ingannevole".
Nella notte si è avverata la previsione del cosiddetto miraggio rosso. Visto l’altissimo numero di elettori che ha votato per posta, ci si aspettava che Trump sarebbe arrivato al termine della notte elettorale in vantaggio in un numero maggiore di Stati. Gli analisti hanno anche predetto che, senza però aver le basi su cui farlo, il Presidente avrebbe dichiarato la vittoria, cosa che di fatto è avvenuta. Lo spoglio dei quasi centodue milioni di voti avvenuti per posta ha però ribaltato la situazione. Essendo in maggior parte attribuibili all’elettorato democratico, questi voti hanno cambiato il corso dell’elezione in molti Stati a favore di Joe Biden, il quale si trova a un passo dalla Casa Bianca.
Il voto per posta ha quindi cambiato in maniera drastica il corso della storia di queste elezioni. Per di più, ogni Stato gestisce la questione in maniera diversa. In North Carolina, per esempio, i voti verranno considerati validi fino al 12 novembre, a patto che siano stati mandati entro il 3. In Pennsylvania, invece, la data limite scelta dallo Stato è quella del 6 novembre.
Il nome del prossimo Presidente si saprà quindi con certezza nelle prossime ore se Biden dovesse vincere ufficialmente Arizona e Nevada oppure in qualche altro stato in cui è in rimonta, come la Georgia e la Pennsylvania. Si dovrebbe comunque aspettare l’esito del riconteggio chiesto da Trump in Wisconsin, Stato chiave che se dovesse passare dalla parte del Presidente in carica ribalterebbe tutto ancora una volta.
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