17 Settembre 2025
Lewis Hamilton (fonte: Instagram, @lewishamilton)
"La situazione a Gaza peggiora di giorno in giorno. Negli ultimi due anni, più del 10% della popolazione è stata uccisa o ferita - incluse decine di migliaia di bambini - e il numero continua ad aumentare". A parlare dal mondo dello sport è il campione mondiale della Formula1 Lewis Hamilton che ieri, 16 settembre, si è esposto apertamente contro il genocidio in atto a Gaza con due storie postate sul suo profilo Instagram, annunciando di aver fatto tre donazioni.
Parole di condanna in un giorno preciso, coinciso col massiccio assalto via terra di Gaza City da parte dell'esercito israeliano. "L'ultima incursione a Gaza City - ha scritto il pilota della Ferrari sul social - ha costretto centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, con gli ospedali in tutta la Striscia già sovraffollati di persone che soffrono la carestia e vittime dei bombardamenti che sembrano non finire mai". La strage a Gaza non ha fine: dall'alba di oggi sono oltre 33 le persone uccise dai bombardamenti mentre le deportazioni a Sud continuano. Appena ieri una commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite chiamava apertamente, col suo nome, ciò che da mesi e mesi sta accadendo nella Striscia: genocidio. "Oggi - continua il pilota nelle sue Instagram Stories - una Commissione d'inchiesta Onuha descritto ciò che sta succedendo a Gaza come un genocidio. Come essere umani, non possiamo restare inermi e lasciare che ciò continui a succedere". Storie pubblicate sul social che hanno volutamente in comune uno sfondo nero, e l'urlo di condanna anche verso tanta indifferenza: "È difficile non sentirsi impotenti di fronte a così grande tragedia, ma non possiamo restare a guardare senza fare nulla". Da qui dunque la sua decisione: la donazione a tre organizzazioni "che stanno lavorando senza sosta per aiutare coloro che ne hanno bisogno". Hamilton menziona i profili di PalestineRCS, Medici Senza Frontiere e Save The Children invitando i followers a fare altrettanto per sostenere le organizzazioni che "svolgono un ottimo lavoro per aiutare il popolo palestinese e hanno bisogno di fondi per poterlo fare".
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