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Addio rassegna stampa Rai, i dirigenti dovranno scoprire da soli chi li elogia per via del nuovo Regolamento sull’equo compenso

La decisione arriva per colpa — pardon, in virtù — del nuovo Regolamento sull’equo compenso, che rende ogni clic un piccolo investimento editoriale. Far leggere la rassegna a tutti i dipendenti costerebbe più del canone

12 Novembre 2025

Rai

Dal 17 novembre anche in Rai cadrà un simbolo del potere informato — la rassegna stampa. Oltre 11 mila dipendenti, abituati a svegliarsi con il caffè e la rassegna online, dovranno tornare all’antico: sfogliare i giornali (magari comprandoli).

La decisione arriva per colpa — pardon, in virtù — del nuovo Regolamento sull’equo compenso, che rende ogni clic un piccolo investimento editoriale. Far leggere la rassegna a tutti i dipendenti costerebbe più del canone.

Colpo di scena: la vera tragedia la vivranno alcuni dirigenti, orfani delle lodi pubblicate da testate minuscole ma affettuose, che grazie alla rassegna finivano sotto gli occhi di tutti. Ora quei peana resteranno confinati nei sottoboschi dell’informazione locale, invisibili come certi progetti aziendali.

La Rai promette che si adeguerà alla legge come tutti gli altri Enti Pubblici. Ma intanto, per sapere cosa si dice di loro, ai piani alti non resta che la vecchia tecnica: googlarsi da soli.

Di Eric Draven

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