03 Ottobre 2025
Mario Martone
La stagione autunnale del Maggio Musicale Fiorentino mette in programma da domenica 12 ottobre 2025 alle ore 17 Macbeth, il capolavoro di Giuseppe Verdi tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare. Il capolavoro è proposto con la regia curata da Mario Martone e le scene di Mimmo Paladino
Altre tre le recite previste in cartellone: il 14 e il 17 ottobre alle ore 20 e il 19 ottobre alle ore 15:30. Questa messa in scena è la 21esima del titolo a Firenze, la cui storia inizia con la Città, al Teatro della Pergola, il 14 marzo del 1847 dove fu eseguita per la prima volta in assoluto. Al Comunale la prima rappresentazione è del maggio 1951 con Vittorio Gui sul podio, alla quale ne seguono altre sei programmazioni del titolo: nel 1969, nel 1975, nel 1995, nel 2002, nel 2013, e l’ultima - in forma di concerto - al Teatro del Maggio Fiorentino, diretta da Riccardo Muti nel 2018. Sul podio della Sala Grande del Teatro il maestro Alexander Soddy, che torna alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio dopo le recite della Salome straussiana che ha inaugurato lo scorso 87esimo Festival del Maggio e che ha segnato suo il debutto fiorentino. Lo spazio e la regia dello spettacolo sono curati da Mario Martone, le scene sono firmate da Mimmo Paladino che realizza per il Macbeth e per il Maggio, anche una vera opera d’arte: il maestoso, enorme sipario dipinto su legno ispirato all’affresco “Il Trionfo della morte” di palazzo Abattellis a Palermo. Lo scenografo realizzatore è Barbara Bessi, i costumi sono di Ursula Patzak, luci e video sono di Pasquale Mari e Alessandro Papa è il video designer. La coreografia della messinscena è di Raffaella Giordano. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini. Il cast vocale è formato da Luca Salsi come Macbeth; Vanessa Goikoetxea come Lady Macbeth; Antonio Di Matteo nei panni di Banco, al suo debutto al Maggio e da Antonio Poli nella parte di Macduff. Elizaveta Shuvalova è la Dama di Lady Macbeth; Lorenzo Martelli interpreta Malcolm; Huigang Liu è Un medico; Egidio Massimo Naccarato è Un domestico e Lisandro Guinis è Un sicario mentre Dielli Hoxha e Nicolò Ayroldi sono rispettivamente Un araldo e la Prima apparizione. Chiudono il cast come la Seconda Apparizione e la Terza Apparizione Aurora Spinelli e Caterina Pacchi. Il regista Mario Martone – cha al Maggio ha debuttato nell’aprile del 2007 curando la regia dell’Antigone con la musica di Ivan Fedele – ha sottolineato gli aspetti più importanti che caratterizzano il suo Macbeth: “Questo spettacolo è da un lato un viaggio interiore nella psiche di un uomo e di sua moglie, del rapporto ossessivo e inappagato che li lega indissolubilmente, dall’altro una manifestazione scenica delle forze che li manovrano, e che manovrano tutti noi, attraverso la presenza delle streghe. Noi crediamo di essere liberi ma le forze che muovono le nostre azioni sono innumerevoli, e vengono sia da dentro di noi come da fuori. Il fuori si manifesta solo in un momento nel Macbeth di Verdi, l’unico in cui si esce dal palazzo regale, un’apertura in cui appare un’umanità dolente, percossa dalla violenza della guerra e della stupidità criminale del potere. La psiche di chi governa è spesso particolarmente esposta all’azione sadica e beffarda delle streghe, e a pagarne le spese sono infiniti esseri umani al mondo. Viviamo un tempo in cui questo è purtroppo molto evidente”. Luca Salsi, che torna al Maggio dopo l’Otello andato in scena nella primavera del 2023 con la direzione del maestro Zubin Mehta, ha parlato della suo gioia nel tornare a Firenze e di farlo dando voce a uno dei personaggi a lui più cari, ossia Macbeth, che nel corso della sua carriera ha interpretato altre due volte a Firenze: “Macbeth è in assoluto una delle opere che amo di più e che più mi rappresentano. Nel corso della mia carriera l’ho interpretata circa 150 volte e qui a Firenze l’ho cantata in due occasioni: nel 2018 con la direzione del maestro Muti e nel 2013, in occasione del bicentenario verdiano, sotto la bacchetta di James Conlon. Amo moltissimo il personaggio di Macbeth, una parte davvero complessa sia sul piano vocale che su quello recitativo: in questa produzione sono però aiutato moltissimo da Mario Martone con il quale già avuto modo di lavorare in occasione dell’Andrea Chénier scaligero del dicembre 2017. Lavorare insieme a lui è sempre stimolante, ha sempre idee briose e mai banali poiché la cosa complessa di quest’opera è il rischio - sempre alto - di sconfinare nell’esagerazione.
Qui invece si è lavorato molto sull’aspetto caratteriale dei personaggi e questo si adatta molto all’essenza stessa dell’opera di Verdi. Questo per me è davvero importante perché amo molto le parti impegnate da un punto di vista recitativo: mi è possibile infatti scavare dentro le emozioni del personaggio e questo marca davvero una grande differenza fra quella che è una semplice interpretazione vocale di un ruolo e quella che invece è un’interpretazione che efficace soprattutto a livello comunicativo, ancor di più in un libretto shakespeariano come Macbeth. Infine, sono davvero contento di lavorare per la prima volta insieme al maestro Soddy: è un direttore di grande talento con idee sempre precise e brillanti”. Vanessa Goikoetxea, che torna al Maggio dopo il successo delle recite di Tosca del maggio del 2024 che hanno segnato il suo esordio fiorentino, ha sottolineato la sua soddisfazione di debuttare in un ruolo verdiano per la prima volta in carriera: “Lady Macbeth è senza dubbio un ruolo complesso, sia dal punto di vista dell’impegno vocale sia dal punto di vista recitativo; è una donna dalla psicologia molto complessa. Se da un lato lo si può senza dubbio definire un personaggio crudele, dall'altro ci si può anche soffermare su un altro aspetto, meno evidente se vogliamo: lei ama davvero Macbeth, anche se naturalmente la sua sete di potere prevarrà anche su questo lato sentimentale. La duplicità del suo animo la rende naturalmente complessa da analizzare e interpretare. Mi emoziona e mi stimola molto sapere che questa è la prima opera di Verdi che affronto in carriera e mi ha davvero colpito vedere come egli ha dipinto Lady Macbeth: nella musica stessa si trova ogni singolo aspetto della storia narrata in scena. Verdi, così come sarà poi per Puccini, ha questa straordinaria capacità di narrare la storia – o meglio, il dramma – quasi esclusivamente attraverso la musica e le note, che contengono in sé tutto il cuore e l’anima della vicenda shakespeariana.
È la prima volta che lavoro insieme al maestro Soddy: un musicista davvero formidabile che mi ha aiutato a trovare ogni sfumatura e ogni colore di questo ruolo così complesso. Quest’opera si racconta non solo attraverso la musica o la trama ma anche e soprattutto attraverso l’espressività delle singole parole. Infine, sono davvero felice di debuttare in un ruolo come questo al fianco di un artista come Luca Salsi che è un interprete verdiano di assoluto riferimento e di enorme valore”. Il rapporto di Verdi con il teatro di Shakespeare si snoda lungo il corso di una lunga carriera costellata di progetti compiuti, come Macbeth, Otello e Falstaff e altri a lungo inseguiti ma mai realizzati, come Amleto, La tempesta, Re Lear. La prima occasione per cimentarsi con un soggetto del drammaturgo inglese arriva grazie ad Alessandro Lanari, impresario del Teatro della Pergola di Firenze, che commissiona al compositore una nuova opera per la stagione di Carnevale 1847. Ambientato tra le brume scozzesi, Macbeth è un dramma fantastico dalle tinte fosche dove streghe e fantasmi sono i coprotagonisti del condottiero eponimo e della sua perfida sposa. La scelta del genere fantastico era piuttosto significativa poiché negli anni precedenti l’impresario Lanari aveva portato sulle scene fiorentine opere con soggetti romantici, quali Robert le Diable di Meyerbeer e Der Freischütz di von Weber. La nuova opera di Verdi sembrava quindi voler lanciare un guanto di sfida ai successi dei compositori d’oltralpe. Fin dall’inizio il compositore ebbe le idee chiarissime sul significato della sua nuova opera che disegna la parabola discendente del protagonista trasformato in crudele assassino da un’ambizione sfrenata. Sete di potere, follia e morte segnano infatti il destino di Macbeth e della malevola consorte, donna dall’animo nero nonché istigatrice degli orrendi delitti del marito. Il capolavoro di Giuseppe Verdi è stato portato in scena a Firenze per un totale di 21 diverse produzioni, questa compresa: dalla prima assoluta, avvenuta al Teatro della Pergola il 14 marzo del 1847, fino all'ultima messinscena del luglio del 2018. La prima produzione al Comunale è andata in scena nel maggio del 1951 con la direzione di Vittorio Gui, la regia di Gustav Gründgens e con Ivan Petrov nei panni di Macbeth e Astrid Varnay come Lady Macbeth.
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