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Il ritorno dell'epica eroica storica: il Guglielmo Tell di Nick Hamm con Ben Kingsley

Un film dove appare il vero Medioevo: colorato, vivace, cavalleresco, realistico e poetico nel contempo

05 Aprile 2025

Il ritorno dell'epica eroica storica: il Guglielmo Tell di Nick Hamm con Ben Kingsley

Finalmente un film storico-eroico che sa unire realismo, storia e senso epico-poetico. Ci regala un Medioevo non più pauperista e oscuro secondo l'idiota pregiudizio illuministico francese ma una Cristianità cavelleresca reale colta nella sua integralità: feste, riti, popolo mescolato alla nobilità, vestiti colorati, castelli superbi e vallate lussureggianti. Un film che ci restituisce anche l'anima originaria e profonda della Confederazione Elvetica: un'alleanza di città, feudi, cantoni, borghi fieri della loro autonomia e libertà e uniti da una fratellanza quasi templare, cavalleresca, persino graalica nel segno della Coppa e del Cuore che compare in un rito di una stirpe baronale. Un'alleanza fondata sull'amore per la propria terra che si fa nuova nazione ribellandosi all'oppressione asburgica. Un po' Braveheart e un po' la Giovanna d'Arco di Luc Besson. Sempre fantastico Ben Kingsley ma la vera rivelazione sono le donne di questa epopea. Azzeccato infatti il cast che valorizza la bellezza iperborea (e quindi: elvetica) delle attrici britanniche Ellie Bamber ed Emily Beecham. Pelle di cigno e chiome di fuoco sono i segni archetipali giusti per evocare la spiritualità di quell'antica e nobile Lotaringia il cui nucleo più ancestrale era proprio dato dall'are ricompresa fra le sorgenti del Reno e del Danubio e che ora chiamiamo Svizzera. Scene di battaglia convincenti e spirito di avventura coinvolgente. Si possono fare ancora kolossal senza bisogno di tanti effetti speciali e senza artifici inutili. La Storia supera sempre la più sfrenata creatività autoriale. Le poche variazioni rispetto alla documentazione storica sono sopportabili e non esagerate come pure l'esperienza crociata dell'eroe appare credibile, patafisica, possibile e conferisce valore aggiunto. Anche la moglie dell'eroe quale donna araba appare variazione che viene declinata in modo non buonista ma coinvolgente e coerente, lasciando un messaggio etico che ricorda un altro bel film cavalleresco: il Tredicesimo Cavaliere (1999), con Antonio Banderas, dove Nord e Sud tradizionalmente nemici si alleavano contro forze oscure comunemente avverse. Un film quindi che ci ricorda l'unicità e la specialità della Svizzera quale terra aurea della libertà e dell'autonomia, ancora oggi modello credibile (tra i pochi) e convincente di democrazia e di federalismo.

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