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"Miss Fallaci" e "Bel Canto". Due fiction a confronto. Vince la Storia o il Personaggio? Un bel duello

La difficoltà del casting attuale nella casta autoreferenziale attoriale. L'eterna dialettica fra personaggi e narrazione

25 Febbraio 2025

"Miss Fallaci" e "Bel Canto". Due fiction a confronto. Vince la Storia o il Personaggio?  Un bel duello

Abbiamo due importanti fiction televisive, a loro modo innovative, che possiamo analizzare anche in reciproco confronto. La fiction televisiva oggi svolge un ruolo socio-simbolico simile alla pittura antica, al romanzo di due secoli fa e al cinema nel secolo scorso. Solo la musica appare più importante, ma il corpo umano e il corpo sociale hanno bisogno di immagine e di immaginari. La musica stessa infatti quasi non prescinde oggi dalla sua declinazione video. Ogni corpo vuole vestiti. Miss Fallaci è una bella idea anche solo per il fatto che la figura e la vita di Oriana Fallaci già gode dei toni e dell'aura del romanzo e della poesia. Una donna combattiva, straordinaria, tenace, vitale, creativa. Una figura di grande spessore umano e di grande indipendenza sia interiore che professionale. Quì il tema fondamentale diventa il casting. Risolto il problema dell'identificazione attoriale della protagonista tutto è in discesa: cosa può andare storto? E' così ricco e travolgente il personaggio che non sembra difficile fare un'ottima fiction. E qui infatti abbiamo paradossalmente il punto debole: Miriam Leone, nonostante la sua bellezza e la sua abilità interpretativa non sembra centrare al meglio il suo ruolo. Troppo dolce e femminile come immagine (Oriana era più artemidea, più secca e stoica) ed eccessivamente isterica nel fumare e nell'arrabbiarsi. L' "effetto isterico" è stancante per lo spettatore, logorante. Quì è proprio il tipo di bellezza e il tipo di recitazione a contrastare con le aspettative che il personaggio induce. Molto bello tutto il resto: la rievocazione dei contesti stimolanti e intriganti del nostro migliore secondo Novecento massmediale e vippaiolo. Opposta la percezione narrativa che possiamo trarre dalla fiction: "Bel Canto". Quì il casting è perfetto: abbiamo la migliore  Vittoria Puccini, quella che ritorna al suo stile storico-lirico da "Elisa di Rivombrosa". Il volto, la leggera malinconia, la poetica espressività della Puccini lavorano benissimo dentro una fiction risorgimentale-ottocentesca ben strutturata e congegnata. Ci sono tutti gli ingredienti base di ogni buon romanzo russo o francese: il senso di riscatto individuale e sociale, il dramma dei conflitti e degli sfruttamenti di classe, la bellezza dell'Italia aristo-borghese quanto popolare e scapigliata delle stupende Napoli e Milano di allora. Il tutto condito con la meraviglia senza tempo del canto lirico che tutto il mondo imita, replica, ammira. Vittoria domina la scena ma in modo inclusivo: perfetto l'equilibrio fra ruoli, relazioni, vicende narrate. Miss Fallaci sconta invece il tratto unico, spigoloso e solitario della figura di Oriana. Quì se il casting non è più che perfetto la fiction perde mordente ed efficacia. A questo punto sorge una domanda: cosa piace di più oggi e di cosa c'è più bisogno; di una fiction individualistica o di una fiction corale? Io penso di una fiction corale, che ci ricordi la grandezza dell'Italia e la bellezza di un arte profonda che profuma di vita, non le isterie professionali di una singola giornalista, pur voce preziosa di libertà e di critica dentro i vortici della Storia. Bel Canto ci parla di un mondo dove Storia, Arte e vita erano intrecciati mentre in "Miss Oriana" siamo già nel post-Storia dove conta solo la lotta capitalistica di classe fine a se stessa di tutti contro tutti per l'emergere effimero di pochissimi singoli che restano comunque comparse dentro i veri movimenti mondiali le cui cause e radici sembrano sempre sfuggire ad ogni racconto giornalistico. Il mondo così appare ridotto ad un palcoscenico per pochi vip, che sostanzialmente restano però non molto differenti dall'ignoranza passiva e consumistica di quella massa da cui pensano (illudendosi) di distinguersi. 

 

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