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Rai, Buttafuoco e i piagnoni della nuova destra. Ecco perché in Italia non cambierà mai niente

L'egemonia culturale di sinistra? La "pistola fumante" per una sana e consapevole occupazione del potere. Sono trent'anni che Silvio Berlusconi ha sconfitto Gramsci e tutti i suoi eredi

17 Giugno 2023

Rai, Buttafuoco e i piagnoni della nuova destra. Ecco perché in Italia non cambierà mai niente

Basta con il piagnisteo della nuova destra. Basta con i soliti piagnoni. Certa destra, ahinoi, comincia a prendere gli stessi vizi politici e culturali della sinistra che vuole attaccare. A cominciare dal concetto di egemonia culturale della sinistra, concetto ormai talmente abusato che è diventato buono soltanto per una sana e consapevole occupazione del potere. È stato Silvio Berlusconi sin dagli anni 80 con le sue televisioni e i suoi giornali a cambiare radicalmente l'immaginario collettivo degli italiani, con buona pace dei parrucconi di sinistra ai quali è rimasto sempre meno spazio tanto che sono stati costretti a rifugiarsi in quale salotto culturale e un paio di quotidiani. Roba talmente elitaria da non essere minimamente in grado di incidere sulla carne viva del paese. E il fatto che il centrodestra di Berlusconi abbia stravinto per decenni elezioni a ripetizione sta lì a dimostrarlo. Nemmeno l'Unità è riuscita ad andare in edicola con regolarità. E questa sarebbe l'egemonia culturale della sinistra? O forse sarebbe meglio parlare di sudditanza psicologica della cultura di destra?


C'è poi tutto il capitolo Rai. Anche qui bisogna essere chiari: a Viale Mazzini non ci sono mai stati esclusi eccellenti. Tutti i partiti e sottolineo tutti hanno avuto pro quota parlamentare il loro tornaconto sotto forma di direttori di tg, direttori di rete, conduttori ecc ecc. Questo negli anni è valso non solo per il PD ma anche per Forza Italia per la Lega di Bossi prima e Salvini poi, per quelli che una volta erano gli Udc financo per Fratelli d'Italia anche prima di vincere le elezioni. Insomma, ci vuole proprio un bel coraggio per adombrare al giorno d'oggi chissà quale egemonia culturale di sinistra come fa ancora Pietrangelo Buttafuoco, guru e vate ormai da trent'anni della destra, nella sua intervista alla Stampa. Forse sarebbe meglio parlare di sudditanza psicologica della destra e della sua incapacità, quando ha avuto il potere (e negli ultimi trent'anni ne ha avuto tanto, molto più della sinistra) di scoprire nuovi talenti, registi, conduttori, giornalisti e così via. Il Santoro di destra lo stanno ancora cercando. E non è certo colpa della sinistra se dopo aver monopolizzato la Rai ai tempi di Berlusconi non è mai nato un Fazio di destra o una Lucia Annunziata di destra o se quando a destra hanno provato a fare programmi (anche in tempi molto recenti con la destra e gli uomini di Giorgia Meloni già fortissimi a viale Mazzini) tali programmi si sono rivelati dei solenni flop da mettersi le mani nei capelli con ascolti degni del monoscopio (l'immagine fissa che una volta andava in onda la notte). Insomma, il punto vero non è l'egemonia culturale della sinistra che nella realtà non esiste più da un bel pezzo (così come il mito dell'alta borghesia minoritaria ed egemone adombrato da Buttafuoco, borghesia messa sotto da un Berlusconi strabordante divenuto esso stesso egemone in seno alla più alta borghesia nazionale) ma trovare gente di destra capace di fare gli ascolti (ed avere l'autorevolezza) di un Fabio Fazio o una Lucia Annunziata.

Purtroppo, invece, anche oggi la destra al potere rischia di ripetere gli stessi errori del passato, di quanto ci andò con Silvio Berlusconi (e con Giorgia Meloni, ministro più giovane della storia dell'Italia repubblicana) limitandosi a riproporre in una sorta di eterno ritorno dell'uguale  i soliti tre o quattro intellettuali che da decenni ormai (altro che underdog...) fanno il bello e cattivo tempo nel mondo editorial-culturale di centrodestra (e non solo dato che sono sempre stati ben accetti anche dall'altra parte). Tutta gente che fa parte del dibattito pubblico da una vita ma che ormai non ha più niente da dire ne di innovativo da proporre.

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