15 Maggio 2023
Marco Bellocchio
L’italia del grande cinema torna sulla Croisette per la 76esima edizione del Festival di Cannes, che avrà in gara per vincere la Palma d’oro ben tre registi del Belpaese: Marco Bellocchio (Rapito), Alice Rohrwacher (La chimera), Nanni Moretti (Il Sol dell’Avvenire). Il favorito in partenza non c’è dubbio che sia Nanni Moretti, considerato in Francia un Monumento vivente del cinema, e anche perché il film, che in Italia è già uscito da diverse settimane, sta riscuotendo un grande consenso di pubblico e critica. "Un'edizione eccezionale che vede partecipare, per la seconda volta negli ultimi vent’anni, tre film italiani nel Concorso principale e per la prima volta tre film co-prodotti da Rai Cinema. È un'affermazione importante per tutto il cinema italiano”, sottolinea Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. “Ci complimentiamo – continua – con i produttori e i registi: tre diverse generazioni di autori molto cari al Festival di Cannes e al pubblico internazionale. Siamo onorati di accompagnare tre personalità con idee e visioni di cinema molto diverse tra loro, ognuna delle quali rappresenta un punto di riferimento nella storia del cinema e della cultura italiana. Con tutti loro condividiamo una storia lunga, costellata di successi e soddisfazioni ed ora parteciperemo con emozione alla gara che li metterà a confronto con i massimi esponenti del cinema mondiale".
Nanni Moretti
Il film di Nanni Moretti racconta le vicende di Giovanni, regista impegnato nella realizzazione del suo nuovo film. La moglie Paola, anch’essa occupata nel settore cinematografico, è sofferente per la relazione con il proprio marito ed è alle prese per la prima volta con la produzione di un film non del marito. Intanto, la storia personale si intreccia con le scene del film che Giovanni sta girando: la trama attiene alla reazione di una sezione locale del Partito Comunista Italiano alla rivoluzione ungherese del 1956. L’intervento armato sovietico, infatti, pose il PCI in una posizione scomoda: il film segue proprio il conflitto tra il personaggio interpretato da Ennio, segretario di un circolo romano del Partito Comunista e giornalista dell'Unità, e la moglie Vera. Quest’ultima solidarizza immediatamente con la causa ungherese mentre il marito aspetta che sia il partito a prendere posizione e non manca di allinearsi con essa. Nel frattempo, dopo aver già girato buona parte del film, il protagonista è costretto a interrompere le riprese perché il produttore, fortemente indebitato, non ha i mezzi necessari per coprire le spese. In seguito ad un grottesco colloquio con i vertici di Netflix per ottenere i fondi necessari per completare le riprese, Giovanni e Paola scelgono come nuovi produttori un gruppo di coreani, entusiasmati dalla sceneggiatura e dal suo finale senza speranza. La sceneggiatura infatti prevede che il film si chiuda con il suicidio per impiccagione del segretario, diviso tra seguire il dovere di partito e l'amore per la moglie, che nel frattempo lo ha lasciato restituendogli la tessera del partito. Una mattina, Paola confessa a Giovanni di essere in terapia da uno psicologo e di aver già preso un appartamento dove andare a vivere da sola. Giovanni a questo punto decide di stravolgere il finale del film: il segretario non si impicca più ma sposa la causa della moglie e con una piccola folla andrà alla storica sede del PCI in Via delle Botteghe Oscure sotto le finestre di Togliatti, riuscendo ad ottenere la svolta desiderata: il giorno dopo, infatti, sul quotidiano l’Unità campeggia in prima pagina il titolo "Unione Sovietica addio!", facendo quindi capire che il PCI, differentemente da quanto avvenuto nella realtà, abbia deciso di abbandonare la linea filosovietica. Tutto il cast del film (e di alcuni film precedenti di Moretti) si ritrova a marciare gioioso lungo via dei Fori Imperiali: tutti vestiti in stile anni '50, portano in processione bandiere rosse e una gigantografia di Trotsky. Una scritta a fine della pellicola rivela come, grazie all'abbandono della linea filosovietica da parte del PCI, in Italia sia stata realizzata l'utopia comunista tanto cara a Marx ed Engels.
Marco Bellocchio
Il Film di Marco Bellocchio, a differenza di quello di Moretti che è già nelle sale, uscirà subito dopo la fine del festival, il 25 maggio. La trama di “Rapito” è incentrata sulla storia del piccolo Edgardo Mortara, bambino di religione ebraica che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX. Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati papalini irrompono nella casa dei Mortara. Secondo le dichiarazioni di una domestica, il bambino – ritenuto in punto di morte a sei mesi – era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un'educazione cattolica. La famiglia di Edgardo, sconvolta, farà di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall'opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto
Alice Rohrwacher
Anche la regista Alice Rohrwacher è una beniamina di Cannes e torna sulla Croisette dopo 'Lazzaro Felice' (Migliore Sceneggiatura nel 2018) e 'Le Meraviglie' (Gran Prix della Giuria nel 2014). Stavolta, porta un film ambientato negli anni '80 nel mondo clandestino dei tombaroli e racconta di un giovane archeologo inglese (Josh O'Connor) coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Nel cast Isabella Rossellini, Carol Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo Nemolato. "Sono così felice e onorata di tornare in selezione ufficiale a Cannes dopo 5 anni – sottolinea Alice Rohrwacher – un Festival che mi ha visto crescere e che mi ha dato la libertà di continuare a cercare e a sperimentare. Ringrazio Thierry Fremaux e il Comitato di selezione per la fiducia, e tutte le persone che mi hanno accompagnata nel lungo viaggio de La Chimera”.
Campari, in qualità di partner ufficiale del Festival di Cannes, porterà sulla Croisette l'iconico aperitivo italiano e nel suo spazio ospiterà una serie di eventi dove le icone del cinema sposano quelle della mixology, per celebrare creazioni indimenticabili. Con tante sorprese, eventi e partnership ancora da svelare, il 20 maggio Campari stupirà con una notte indimenticabile nel cuore della Croisette di Cannes, invitando gli ospiti a vivere un'esperienza imperdibile divisa in tre parti, ciascuna ispirata a diversi elementi del cinema. L'evento sarà una serata in cui stimati ospiti dell'industria cinematografica, amanti di Campari e amici del brand, si immergeranno completamente nel mondo di Campari e del Cinema. Il cuore del Festival di Cannes è la Campari Lounge, situata all'interno del Palais des Festivals. Questo spazio offrirà agli ospiti l'opportunità di gustare un aperitivo nelle prime ore della sera, mentre la sera si trasformerà, con un'illuminazione d'atmosfera e una consolle DJ che domina lo spazio. Ogni cocktail servito nella Campari Lounge sarà magistralmente preparato e servito da Camparino in Galleria, che offrirà il leggendario servizio dello storico bar milanese situato in Galleria Vittorio Emanuele II. Camparino, icona e simbolo dell'aperitivo per eccellenza, porta a Cannes il suo forte legame sia con Milano, città natale di Campari, sia con il contesto artistico e culturale del XX secolo. Quest'anno, il team di Camparino servirà agli ospiti della Lounge una selezione di cocktail iconici di Campari, tra cui il Negroni, il Campari Spritz,l'Americano e il Negroni Sbagliato. Oltre a questi cocktail classici, il team Camparino servirà anche il Red Carpet - Cannes Edition: un cocktail fresco e salato ispirato a Cannes.
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