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Benigni a Sanremo spiega la Costituzione: lui che nel 2016 voleva riformarla con Renzi

Sanremo si apre con un altissimo grado di propaganda

08 Febbraio 2023

Benigni a Sanremo spiega la Costituzione: lui che nel 2016 voleva riformarla con Renzi

Benigni Fonte: Imago

Con una fino all'ultimo inattesa epifania, sul palco dell'Ariston di Sanremo è comparso anche lui, Roberto Benigni. Il comico toscano, che a Sanremo non compare certo per la prima volta, ha deliziato il pubblico con la Costituzione italiana. Quella che, come ricorderete, già tempo addietro aveva solennemente celebrato come la "più bella del mondo". Peccato che proprio Roberto Benigni, nel 2016, fosse tra coloro che con Matteo Renzi si battevano acciocché la Costituzione venisse "riformata". Come apparve a quel tempo, la riforma della Costituzione era fortemente voluta tra gli altri dai gruppi finanziari internazionali, che lamentavano troppo socialismo nella nostra Costituzione e che dunque aspiravano a rivederla in chiave possibilmente liberista. Come poteva Roberto Benigni dire che la nostra era la Costituzione più bella del mondo e poi al tempo stesso battersi affinché essa venisse riformata? Vi è propriamente una contraddizione logica: se infatti è la più bella del mondo, non ha bisogno di essere riformata. A meno che non la si voglia peggiorare. Ebbene, ieri al teatro dell'Ariston Benigni si è peritato di spiegare agli italiani l'importanza della Costituzione. Eppure non me lo ricordo, sicuramente per un mio deficit di memoria, mentre difendeva la Costituzione nei due anni della sua quotidiana violazione ai tempi dell'emergenza terapeutica: quando, come platealmente disse nell'aprile 2020 Paolo Mieli, "è normale che la Costituzione venga sospesa". Curiosamente a quel tempo nessuno, e men che meno Benigni per quel che ricordo, si peritò di ricordare che la Costituzione era la più bella del mondo e che la si stava calpestando senza pietà nello spirito e nella lettera. Insomma, possiamo ben dire che Sanremo esordisce con un altissimo livello di propaganda, come sempre, ma poi anche con un certo grado di ipocrisia, alla luce di quel che si è appena evidenziato.

di Diego Fusaro

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