01 Febbraio 2023
Sono bastati 100 giorni alla premier “underdog” per dimostrare di essere capace di guidare e rappresentare il Paese. Ai vertici internazionali Giorgia Meloni ha sfoderato una statura da statista e ha così archiviato critiche e paure che l’hanno inseguita in campagna elettorale.
Più complicata invece si è rivelata la sua navigazione in ambito interno. In troppe occasioni (pos, migranti, accise, giustizia) ha dovuto fare l’equilibrista, per arginare le diffidenze degli alleati e la diffusa inadeguatezza della sua classe dirigente.
Questi primi 100 giorni le servano di insegnamento: dopo aver imparato a fare la premier, apprenda a fare la leader della coalizione. Solo così potrà fare sintesi politica tra le anime contrapposte della sua maggioranza: quella garantista e quella giustizialista; quella realista e quella disinteressata al rigore dei conti pubblici; quella atlantista e quella euro-scettica con tratti filoputiniani.
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