26 Gennaio 2023
Ha scelto un look speciale, decisamente colorato, perché c’era qualcosa di memorabile da celebrare. La popstar canadese Justin Bieber ha infatti appena ceduto i diritti su tutte le sue canzoni prodotte fino al 31 dicembre 2021 per 200 milioni di dollari. Cifra che garantirà lo sfruttamento completo di 290 brani, tra cui Baby, Ghost, Love yourself, All I want for Christmas is you e Beauty and a beat. L’accordo è stato raggiunto con la Hipgnosis Songs Capital, la compagnia musicale fondata dallo storico compositore disco-music degli Chic, Nile Rodgers e Merck Mercuriadis, ex manager di Beyoncé, Guns N’Roses e Elton John, e sostenuta dal gigante finanziario Blackstone. L’acquisizione dei diritti, ha commentato la compagnia britannica, “rientra tra i più grandi accordi mai fatti con artisti che hanno meno di settant’anni”. A soli 28 anni Bieber entra in una elite di grandi artisti ma non più giovani i cui diritti sono stati comprati da compagnie musicali, tra cui Bruce Springsteen, 73 anni, che ha venduto alla Sony le sue canzoni e i diritti pubblicitari per 500 milioni di dollari, e Bob Dylan, 81, che ha ceduto il suo catalogo alla corporation giapponese per circa 300 milioni. Perché si pagano cifre così alte? Negli ultimi anni la musica in streaming ha moltiplicato il consumo e i guadagni degli artisti. App come Spotify e Apple Music hanno rivoluzionato l’industria della musica e lo stesso è avvenuto con TikTok, attraverso i brevi video accompagnati da brani anche vecchi. La musica è ascoltata ovunque, in ogni momento, con qualsiasi stato d’animo. Così mentre i prezzi dei cellulari e del servizio wifi è andato, in proporzione, calando negli anni, quello dell’ascolto dei brani attraverso questi due strumenti ha registrato un aumento. Gli utenti sono miliardi, il mercato è potenzialmente tra quelli destinati a crescere in modo verticale nei prossimi dieci anni.
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