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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Ma quant’è brutta l’invidia sociale e lavorativa, soprattutto nel mondo dello spettacolo?

Ci sono artisti e personaggetti, più o meno conosciuti, che per trenta secondi di popolarità venderebbero l’anima e screditerebbero seri professionisti

02 Gennaio 2022

Invidia mondo spettacolo

Quando si parla di tv, teatro, cinema, settore dello spettacolo in Italia, il mondo c’invia creatività, risorse artistiche e strutturali, però c’è il rovescio della medaglia, ovvero l’invidia. Questo sentimento, soprattutto nello showbusiness italiano, spesso sfocia nel livore e nella ripiccca e chi lo prova è soprattutto un fallito raccomandato, nei confronti di un artista con gavetta. Dai piani alti alle maestranze, dagli agenti ai tecnici, dalle subrettine ai grandi conduttori, l’invidia è sempre dietro l’angolo e fa scaturire rivalità e situazioni poco positive di cui giornali e blog vanno a nozze, i quali a loro volta sfociano sul trash per qualche copia o visualizzazione in più. Da notare come, la tv russa, ci prende in giro su ciò.  L’invidia è una roba davvero brutta ma è ancor più schifosa quando vediamo ragazzine raccomandate criticare grandi professioniste della tv o del cinema, stessa cosa per quei ragazzi che si affacciano in tv come tronisti o piazzati dal politico o dal direttore di turno, che se sono in grado di formulare una frase compiuta è un miracolo.

Per questa situazione, bisogna analizzare la cosa a monte, visto che tutto parte sovente da raccomandazioni “ad cazzum” o da ricatti che starlette, escort donne o uomini, arrivisti fanno al “potere di turno”; la loro è un’invidia malata, che vorrebbe arrivare non si sa dove, visto che di artistico queste fancazziste probabilmente hanno solo il mezzo (fisico) per cui hanno fatto carriera. New entry senza fama e senza lode, i quali si permettono di criticare per invidia i grandi artisti italiani, sono gli stessi che per due soldi partecipano ai reality show per un minimo di visibilità, sparando su tutto e tutti, scarnificando la loro vita, cornificando il proprio “amore” e non rendendosi conto che la loro durata professionale, oltre quel programma, sarà morta poichè non sanno fare nulla di concreto, se non tentare in tutti (tutti) i modi (per invidia) di spodestare un artista dotato di testa, modi di fare, gavetta e professionalità. Attenzione, l’invidia esiste anche tra persone affermate ma chi ha struttura professionale ed è riconosciuta tale, un ruolo più o meno nelle sue corde lo troverà sempre. Lasceremmo volentieri al bando e ad invidiare in eterno chi vuole arrivare a tutti i costi ma non ne ha le capacità.

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