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Bassetti, Crisanti e Pregliasco cantano in radio: ovvero quando una pandemia diventa uno spettacolo agghiacciante

Sulle note di Jingle Bells, il trio di virologi canta Sì sì vax. Ed è subito trash, che fa male a loro e al paese Italia

21 Dicembre 2021

Coronavirus, la parola a Matteo Bassetti. L'intervista a Il Giornale d'Italia

Matteo Bassetti (https://www.facebook.com/MatteoBassettiofficial)

A Un giorno da pecora, programma di Radio1 condotto da Geppy Cucciari e Giorgio Lauro, i virologi Andrea Crisanti, Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco hanno cantato la versione pro Vax del classico natalizio Jingle Bells. Tre tra i più noti virologi italiani, in versione cantanti, hanno spinto tutti a vaccinarsi, anche sotto le feste.

In un momento come questo, una farsa di tale portata, brutta, poco simpatica e fuori luogo, non ci voleva proprio; non solo il trio di virologi si è prestato ad una situazione ridicola, simpatica solo per i conduttori, ma hanno toccato un profondo trash, degno dei programmi di Barbara D’urso. Se spesso Crisanti, Bassetti e Pregliasco si chiedono come mai gli italiani non si vaccinino e si fidino poco dei virologi, probabilmente stamane, dopo un’analisi di coscienza, avranno certamente capito il perché.

Ormai la soglia tra virologo e showman è sottilissima, e ciò non depone a favore di nessuno, anzi allontana il Bel Paese ancor di più dalla realtà della pandemia. Gli italiani sono stufi di mascherine, tamponi, terze e quarte dosi di vaccino, chiusure, restrizioni e vorrebbero essere più tranquillizzati dai media come dagli esperti; ma se i media rincorrono gli ascolti ingigantendo le cose, ovvero fanno il loro lavoro poiché tv e giornali sono meramente business, i virologi dovrebbero essere le figure chiave della pandemia, dando da una parte dati oggettivi (ogni virologo non può sparare informazioni diverse dall’altro) e dall’altra rassicurando il cittadino, invece si prestano a situazioni becere e trash che fanno scadere la loro immagine e all’allontano l’italiano medio dal problema.

In un paese normale, se tale trio non avesse avuto santi in paradiso (la politica), sarebbero stati cacciati da mesi da televisioni e radio.

 

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