24 Gennaio 2022
Dalla crisi del clima a quella del debito passando per l’incremento esponenziale dei rischi informatici, l’aumento delle disparità sociali, le malattie infettive e la minaccia delle armi di distruzione di massa. Questi sono i rischi a più alto impatto dei prossimi 10 anni, evidenziati dal Global Risks Report del World Economic Forum. nella foto: Vincenzo Carolla
Tra quelli che minacciano maggiormente il pianeta ci sono gli eventi meteorologici estremi, la perdita della biodiversità, la crisi delle risorse naturali e i "danni ambientali antropici" in crescita esponenziale negli ultimi decenni. Da un’analisi della Ong britannica Christian Aid emerge, inoltre, che i dieci peggiori disastri ambientali nel solo 2021 hanno causato 1.075 vittime, oltre 1,3 milioni di sfollati e danni per 170 miliardi di dollari, una cifra che riflette il crescente impatto del riscaldamento globale.
Proprio nel quadro dell’attuale crisi climatica, a luglio 2021 la Commissione europea ha adottato il pacchetto “Fit for 55” che contiene 13 proposte legislative sul clima e sull’energia, per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal. "L'economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, servono nuovi modelli. Abbiamo mantenuto la promessa. L'Europa è il primo continente che presenta un'architettura globale per realizzare le nostre ambizioni climatiche con una tabella di marcia. Attribuire un prezzo al carbonio sarà il punto centrale che guiderà l'economia e sarà legato a un fondo sociale".
Così Ursula von der Leyen - Presidente della Commissione Ue - presenta il pacchetto legislativo che ha la finalità di ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030 e di azzerarle nel 2050.
Tra le misure proposte ci sono, ad esempio, la modifica delle normative per il mercato del gas; la revisione del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione - ETS - e la sua applicazione a nuovi settori; un incremento della produzione dell’uso di energie rinnovabili; una più rapida diffusione del trasporto a basse emissioni; dazi climatici” all’importazione per prevenire la rilocalizzazione fuori dall’Ue delle industrie ad alta intensità di emissioni.
In questo contesto, se da un lato le imprese italiane rivestono - nel medio e lungo termine - un ruolo centrale, grazie a una crescente attenzione rivolta a queste tematiche e a investimenti per la decarbonizzazione e per la trasformazione dei propri processi; dall’altro lato, è importante che l’Unione Europea fornisca, nel breve termine, un sostegno alle industrie per poter mettere in atto interventi mirati che richiedono finanziamenti ingenti.
Inoltre, le aziende - oltre a farsi promotrici di un’economia più sostenibile, solida, generosa e di una società più giusta - possono lavorare per anticipare quanto più possibile i rischi e trasformarli in fattori di competitività. Governare in maniera efficace e predittiva i rischi significa conoscerli, valutarli, presidiare e mitigarne gli effetti laddove questi si manifestino e per fare questo è necessario dotare l’azienda di sistemi di controllo interno in grado di integrare i diversi livelli di operatività, valorizzandone le sinergie.
Foto di copertina arnaud-mesureur-7EqQ1s3wIAI-unsplash
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