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Vaccino Covid Pfizer meno efficace in persone tatuate, minore produzione di anticorpi in sistemi immunitari infiammati - LO STUDIO italo-svizzero

Uno studio pubblicato su Pnas mostra che i pigmenti dei tatuaggi migrano nei linfonodi, alterano l’infiammazione e riducono la risposta anticorpale al vaccino Covid Pfizer

05 Dicembre 2025

tatuaggi

Fonte: Unsplash

Uno studio dell'università Svizzero-italiana su cavie animali ha dimostrato che i pigmenti dei tatuaggi diminuiscono la produzione di anticorpi nei soggetti che sono stati inoculati con vaccino Covid, in particolare con Pfizer.

Vaccino Covid Pfizer meno efficace in persone tatuate, minore produzione di anticorpi in sistemi immunitari infiammati - LO STUDIO italo-svizzero

L’inchiostro dei tatuaggi non rimane confinato nella pelle, ma entra rapidamente nel sistema linfatico e può modificare la risposta immunitaria, incluso l’effetto dei vaccini. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su Pnas e condotto dall’Università della Svizzera italiana, in collaborazione con istituti di ricerca svizzeri, tedeschi, cechi e con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.

Il lavoro nasce dal timore che i pigmenti insolubili utilizzati nei tatuaggi, non trattenuti totalmente nella pelle, possano spostarsi verso altri organi, accumularsi e provocare effetti tossici o immunologici. Finora, però, nessuna ricerca aveva indagato in modo sistematico come questi pigmenti influenzino il sistema immunitario dopo il tatuaggio.

Nei modelli utilizzati dagli scienziati, i pigmenti dell’inchiostro sono stati rintracciati nei linfonodi adiacenti già pochi minuti dopo la tatuazione. L’accumulo è proseguito per mesi, accompagnato da morte di cellule immunitarie e da uno stato infiammatorio persistente. I ricercatori spiegano che i macrofagi catturano rapidamente i pigmenti drenati dal sistema linfatico, innescando una risposta infiammatoria inizialmente locale e poi sistemica. Segni di infiammazione sono stati osservati ancora a distanza di mesi.

L’aspetto più sorprendente riguarda l’impatto sui vaccini. Nei topi tatuati, quando il vaccino Covid sviluppato da Pfizer-BioNTech veniva iniettato su pelle tatuata, la risposta anticorpale risultava indebolita. Al contrario, la stessa infiammazione cronica generata dai pigmenti sembrava potenziare la risposta immunitaria al vaccino antinfluenzale. Una differenza che, secondo gli autori, potrebbe dipendere dai diversi meccanismi immunologici attivati dai due vaccini.

Il team sottolinea che i risultati riguardano solo modelli animali: non esistono ancora test sull’uomo che confermino un effetto analogo. Tuttavia, il fatto che nei linfonodi umani siano già stati rilevati pigmenti di inchiostro da precedenti studi rende urgente approfondire i possibili rischi.

Il nuovo lavoro si aggiunge a ricerche che avevano già sollevato dubbi sulla sicurezza a lungo termine dei tatuaggi. Uno studio svedese del 2024 su 12 mila persone aveva evidenziato un rischio maggiore di linfoma nei tatuati, mentre ricerche danesi avevano osservato un aumento del rischio di tumori in soggetti con tatuaggi estesi.

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