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Alimentazione, italiani e lombardi si descrivono attenti a tavola, esperti 'la realtà è diversa'

Sondaggio fotografa la percezione di mangiare sano, con meno proteine e cibi freschi a km 0 e bio, ma 'c'è ancora da fare per educare'

11 Novembre 2025

Alimentazione, italiani e lombardi si descrivono attenti a tavola, esperti 'la realtà è diversa'

Milano, 11 nov. (Adnkronos Salute) - Il ritratto della virtù a tavola. Gli italiani - e i lombardi - descrivono le proprie abitudini alimentari con un certo ottimismo: l'87% dei connazionali si dice attento alla salute, percentuale che sale al 90% in Lombardia. Più della metà della popolazione del Belpaese (54%) ritiene di mangiare "in modo equilibrato", dato che sale al 57% tra i lombardi. Un terzo (33% Italia, 34% Lombardia) afferma di mangiare "tanto ma non troppo", e solo una piccola quota ammette di mangiare "troppo" (7% Italia, 4% Lombardia) o "poco" (6% Italia, 5% Lombardia). L'87% si considera abbastanza o molto attento a ciò che mangia (e in Lombardia è pure più alta la fascia di chi si dichiara "molto attento", che raggiunge il 42% contro il 37% nazionale). Questa la foto scattata da un sondaggio realizzato da Osservatorio Metropolitano di Milano con Renato Mannheimer e presentato oggi in Regione Lombardia.

Per non parlare del menu: gli intervistati, mostrando anche un consolidato 'vocabolario' della salute a tavola, dichiarano interesse per prodotti senza conservanti (70% dato identico per Italia e Lombardia), a km 0 (69% Italia, 67% Lombardia) e bio (52% a livello nazionale, 50% in Lombardia). Molti dichiarano di preferire cibi freschi, tracciabili e italiani, leggono le etichette e spendono più che in passato per alimenti di qualità. Si nota infine una tendenza a mangiare meno proteine animali (27%), a far ricorso a ricette italiane (40%) e a preparare i pasti in casa (59%). La ricerca, spiega Carla De Albertis, responsabile Sociale e Cultura di Osservatorio Metropolitano, "offre l'immagine della 'percezione' che le persone hanno della loro alimentazione. Messa a confronto con "i dati reali, quelli clinici", permette "di individuare le discrepanze" e dunque "gli aspetti critici sui quali intervenire con un'attività di educazione alimentare". Il sondaggio, condotto su un campione rappresentativo per sesso, fasce d'età e di reddito di 3.000 soggetti, dei quali 509 residenti in Lombardia, mette a confronto il dato nazionale con quello lombardo, rivelando una sostanziale uniformità dei due campioni.

Ma cosa emerge al banco di prova della realtà clinica? Per esempio che "nel 2023 in Italia si sono registrate 395.000 nuove diagnosi di tumore, di cui 50.500 al colon", osserva Costanza Alvisi, direttore della Struttura complessa di Endoscopia digestiva dell'Asst di Pavia. E proprio "un'alimentazione scorretta è tra le principali cause di diabete, obesità, malattie cardiovascolari e tumori, in particolare del colon-retto, la seconda causa di morte oncologica in Italia. Circa il 40% di tutti i tumori sono prevenibili a partire dalla correzione di stili di vita sbagliati (dieta povera e ipercalorica, sovrappeso, alcol, fumo e sedentarietà). Anche la malattia da reflusso gastroesofageo, legata a cattive abitudini alimentari, colpisce il 25% degli adulti. Ricordo poi il ruolo centrale del microbiota intestinale, il cui equilibrio è fortemente influenzato dall'alimentazione e può incidere sul rischio di obesità e infiammazioni croniche".

E poi c'è il dato sull'obesità in aumento tra i bambini ad allungare un'ombra sul 'ritratto felice' di una popolazione attenta a tavola. "La Lombardia, insieme al Trentino, è tra le regioni più virtuose - premette Evelina Flachi, biologa, specialista in scienza dell'alimentazione e presidente Fondazione Fei (Food Education Italy) - ma nella nostra regione ancora 4 adulti su 10 risultano in sovrappeso o obesi, con una maggiore prevalenza tra gli uomini (52%) rispetto alle donne (34%). Tra i bambini si osserva un aumento dell'obesità, a fronte di una diminuzione del sovrappeso e di un netto miglioramento dell'attività fisica rispetto alla media nazionale. Inoltre, circa 700.000 lombardi convivono con il diabete, una delle patologie più strettamente correlate all'eccesso ponderale. Molte delle patologie legate alla scorretta alimentazione possono derivare anche dall'errata interpretazione della dieta mediterranea, che non vuole dire sacrificio, ma conoscenza dei nutrienti di cui il corpo ha bisogno, mangiando con varietà, equilibrio e moderazione, possibilmente nella convivialità".

La Regione Lombardia, interviene Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, "vuole favorire chi si impegna in un percorso virtuoso che, oltre alla consapevolezza di una sana alimentazione, sappia far comprendere il valore dell'origine del cibo e il suo significato legato alla condivisione e all'accudimento del prossimo". Anche le farmacie possono essere alleate per la prevenzione: "Ogni giorno - ricorda Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia - accolgono oltre 800.000 cittadini e offrono servizi che vanno ben oltre la dispensazione dei farmaci, dalla telemedicina agli screening di prevenzione. Promuovere una sana alimentazione e stili di vita corretti è parte integrante della nostra missione, perché prevenzione e benessere nascono dall'equilibrio tra nutrizione, attività fisica e attenzione costante alla salute dei cittadini".

C'è infine l'aspetto sociale: molti studi, conclude Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge, "indicano come le problematiche legate alla scorretta alimentazione siano più presenti nelle fasce più fragili ed economicamente deboli. Oltre al fatto culturale dell'educazione alimentare, è necessario anche un intervento di concreto sostegno da parte delle istituzioni".

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