salute
25 Settembre 2025
Milano, 25 set. (Adnkronos Salute) - Tra i giovani italiani cresce il disagio psichico, un'emergenza alimentata dai social con stigma e pregiudizi che amplificano l'insicurezza e l'isolamento di chi soffre. E' "un quadro preoccupante" quello disegnato dalla ricerca 'Salute mentale 2025', realizzata da Doxa con la direzione di Cristina Liverani per il Festival Ro.Mens (1-7 ottobre, www.salutementale.net/romens-2025), organizzato dal Dipartimento di Salute mentale della Asl Roma 2 in collaborazione con l'assessorato alle Politiche sociali e alla Salute di Roma Capitale e con il patrocinio della Rai.
A distanza di 3 anni dalla precedente indagine - riferisce l'Asl Rm2 - i dati della survey 2025 fotografano il persistere e l'aggravarsi dei pregiudizi verso le persone con disturbi mentali. Prendendo come riferimento per lo studio un campione di mille persone tra i 18 e i 65 anni, rappresentative a livello nazionale per genere, età e area geografica, rispetto ai dati riferiti alla prima edizione di Ro.Mens nel 2022 le persone con disagio psichico sono ritenute più pericolose per sé (dal 65% al 72%) e per gli altri (dal 48% al 55%), più aggressive e violente (dal 55% al 63%) e meno rispettose delle regole condivise (dal 49% al 55%). Un aspetto positivo riguarda il calo di chi preferirebbe non confidarsi con nessuno in caso di disturbo mentale (dal'8% al 2%). Si abbassa però la percentuale di chi ritiene la malattia mentale curabile (dal 66% al 60%) e resta alto il livello di stigma: ancora oggi il 36% dei cittadini si vergognerebbe di avere un disturbo mentale, mentre cresce la percezione di vulnerabilità tra i giovani dai 14 ai 24 anni, ritenuti più a rischio (dal 39% al 47%).
La seconda parte della ricerca si è focalizzata sulla parte del campione statistico compresa nella fascia d'età 18-34 anni. Instagram risulta il social più utilizzato ogni giorno (84%), con il 65% che lo consulta più volte al giorno. I dati evidenziano come i social incidano profondamente sull'autopercezione: il 47% pensa che "siamo ciò che mostriamo", il 59% sceglie di pubblicare solo il meglio di sé, il 57% si riconosce nell'immagine che dà online, mentre il 77% ritiene che sui social "tutti finiscono per sembrare uguali". Inoltre, il 67% crede che mostrarsi davvero per ciò che si è faccia apparire "strani", il 59% che la diversità rappresenti un rischio e non un valore, e il 49% teme di essere giudicato se si mostra diverso. Più della metà (53%) afferma che il proprio benessere mentale è condizionato dall'obbligo di mostrarsi sempre al meglio. Il 50% del campione è influenzato dal tempo speso online e il 45% percepisce di essere influenzato dai commenti e dai like ricevuti. Un giovane su 4 (26%), infine, dichiara di essersi sentito insicuro del proprio aspetto fisico dopo aver visto immagini o contenuti sui social.
"La ricerca conferma che lo stigma cresce e i social pesano sempre di più sul benessere dei giovani: servono più digital e Ai literacy, come previsto dall'art. 4 della nuova normativa sull'intelligenza artificiale, educazione alla diversità e ai sentimenti per invertire la rotta", commenta Silvia Castagna, responsabile delle relazioni istituzionali e dei grandi clienti Doxa.
"I risultati dell'indagine - affermano Francesco Amato, direttore generale Asl Roma 2, e Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute mentale - rafforzano le ragioni del Festival Ro.Mens per l'inclusione sociale contro il pregiudizio, e la scelta di un'esposizione fotografica alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, centrata sul valore della diversità".
I dati emersi dalla ricerca - anticipati oggi dall'Asl Rm2 - saranno presentati martedì 7 ottobre presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, nell'ambito dell'evento conclusivo del Festival Ro.Mens, insieme al Manifesto 2025.
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