22 Agosto 2025
Claudio Borghi, fonte: imagoeconomica
"Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale ma sarà necessario l'accordo con gli alleati". Queste le parole del senatore leghista Claudio Borghi che, dopo il terremoto che ha scosso la Commissione vaccini col seguente scioglimento del Nitag, rivendica con Salvini la necessità di una modifica della legge Lorenzin con cui, nel 2017 in Italia, veniva imposto ai genitori l'obbligo vaccinale per i figli e senza il quale vi era l'impossibilità di iscriverli a scuola. Secondo Borghi è ora di un risoluto "allineamento" da parte italiana ad altri Paesi perché, aveva commentato il vicepremier Salvini, "avere dubbi sull'obbligo dei vaccini non è antiscientifico, è buon senso". "Ci riproveremo", ha detto Borghi riferendosi all'emendamento da lui stesso presentato al decreto legge sulle liste di attesa per togliere l'obbligo vaccinale. "Ci allineeremo con gli altri Paesi visto che a livello internazionale quello che ha fatto l'Italia è l'eccezione, non la regola". Un anno fa infatti il senatore leghista aveva chiesto la cancellazione dell'obbligo al vaccino per i minori fino ai 16 anni e i minori stranieri non accompagnati. Emendamento poi dichiarato "inammissibile" e su cui Borghi si era espresso con parole anticipatorie: "Lo ripresenterò [l'emendamento, ndr] in un altro provvedimento. Lo sosterrò con convinzione e lo voterò quando arriverò in aula".
Il nodo caldo dei vaccini è tornato sotto i riflettori dopo che, lo scorso sabato 16 agosto, il ministro della salute Orazio Schillaci aveva deciso di revocare le nomine all'interno del Nitag (il gruppo consultivo per le vaccinazioni) a seguito delle polemiche scoppiate per la presenza di due medici no vax, l'ex ematologo Paolo Bellavite ed il pediatra Eugenio Serravalle.
Ora però a Borghi servono i numeri e soprattutto gli "alleati": "Vogliamo evitare qualsiasi obbligo vaccinale ma sarà necessario l'accordo con gli alleati". E non tutti sono d'accordo, come dimostrano i più moderati (Noi Moderati) della maggioranza, apertamente schierati col Ministero della Salute. Lega e Fratelli d'Italia invece hanno puntato il dito contro Schillaci per aver proseguito senza il dovuto confronto con la Premier Meloni.
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