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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Voi dovete sapere (che la nostra vita mortale è puro dolore senza tregua e senza scampo e ce lo avete provocato voi)

Noi vi guardiamo incedere sicuri, arroganti, senza ombra di rimorso sulle vostre facce di vetro, spregiudicati come sempre, noi vi guardiamo e una lacrima scende ed è la lacrima dell'ingiustizia che nessuno rimedia.

18 Giugno 2025

Sofferenza

Che cosa orribile avere una malattia come la nostra. Voi dovete sapere che anche se la combattiamo non siamo guerrieri, siamo corpi allo sbando, alla mercè di chi ci cura, e non abbiamo coraggio, solo la rassegnazione di chi non sa come andrà e non dipende da noi ma solo da certe forze misteriose, da risorse che alcuni scoprono di avere, altri di esserne sprovvisti. E se anche va bene, se pure il male, a caro prezzo, è eradicato, la malattia resta ed è fatta di tante sofferenze. Di tante malattie. Una vita malata diventa la malattia della vita. Le cure accenderanno nuovi malanni, la fatica di combatterli si sommerà a quella delle distruzioni passate, la mente si incrina, comincia a vacillare, si spalanca sull'abisso, specialmente di notte. Impareremo a non dormire, a non provare più sollievo, più interesse. Ci sentiremo fragili fino al punto di non riconoscerci più. Impareremo che si può esistere senza vivere. Tutto ci passerà davanti senza raggiungerci. Una partita, un disco, un avvenimento, un sentimento. Voi dovete sapere che questa cosa non passerà più, che noi non siamo più gli stessi. Siamo finiti in polvere, quello che resta sono frammenti da rimettere insieme ma non sappiamo come. Voi dovete sapere che guardandoci nelle foto di pochi anni prima piangiamo, sconfitti, disperati, e che ogni esame, ogni visita di controllo è un verdetto, ogni analisi può scagliarci nuovamente nel tunnel dalle luci al neon, un infinito percorso pieno di ombre, di laboratori, di siringhe, di flebo, di corridoi, di corsie. E la forza scema ogni giorno di più, fino a lasciarci ssanimi. Voi dovete sapere che non meritavamo questo, perché non è accaduto per caso, per quegli accidenti che la natura riserva agli uomini, no, noi raggiungiamo il nostro Golgota per decisioni lontane, arcane, piene di menzogne e di malvagità e adesso ci chiediamo se quelle scelte fossero dovute a impreparazione, a superficialità o se siano state ponderate, calibrate per nuocere meglio. Per distruggerci. Conte. Draghi. Mattarella. Speranza. Medici. Virologi. Politici. Burocrati. Giornalisti. Propagandisti. Perché a voi non ancora succede? Perché non siete ridotti come noi, voi che pure portate la responsabilità del nostro calvario? Davvero vi siete assoggettati agli oblighi che ci avete inflitto? Davvero, oppure era una farsa, simulavate sfruttando tutte le garanzie a noi negate? Perché al nostro posto voi non ci siete? Nessuno di voi? È un caso, o il potere, la ricchezza sono gli immunizzanti migliori? Voi dovete sapere che la vita continua, indifferente alla nostra distruzione, continua infliggendoci tragedie appena può. Siamo pieni di sciagure, scoppiamo di disgrazie. E allora la morte di un gattino che era il figlio mai avuto può essere più devastante di una recidiva, può farti perdere la testa, completamente, nel modo più mortificante. Sopravvivere è già difficile, e con tutte le vostre imposizioni è diventato un bombardamento quotidiano: arranchiamo tra obblighi, doveri, adempimenti, divieti, tributi, sacrifici, restrizioni, costrizioni, abusi, ingiustizie, follie, tra gli spasimi per una tecnologia che non ci aspetta, che ci violenta, tra le rabbie delle scimmie assassine che ci circondano e che a volte diventiamo: se si aggiunge la dannazione di curarsi sempre, di quella malattia che una volta esplosa è irreversibile, che si rigenera, si moltiplica per mille percorsi, in mille varianti, con mille patimenti, tutto si riduce alla preghiera della disperazione: Lasciami morire, io mi sono arreso. Voi dovete sapere che a milioni siamo annientati, e forse è ciò che volevate o che qualcuno vi aveva ordinato di fare. Noi vi guardiamo incedere sicuri, arroganti, senza ombra di rimorso sulle vostre facce di vetro, spregiudicati come sempre, noi vi guardiamo e una lacrima scende ed è la lacrima dell'ingiustizia che nessuno rimedia, l'urlo senza voce della protesta senza sboco, la fitta infinita della tortura immeritata e inutile. Voi dovete sapere che il nostro infinito medicarci per non guarire è peggio dell'inferno, e lo avete creato tutti insieme, e ne ridevate, voi che restate sani tra i sani, e non è possibile questa totale immunità a senso unico. Sani voi, chi vi sta vicino, chi condivide il vostro volere e il vostro piacere, la vostra tracotanza e il vostro cinismo. Amputati della coscienza, l'unico dio è il potere. Ma noi, che ci sbalottiamo sotto il sole e la pioggia, disperati e vani, da un raduno a una manifestazione con le nostre stampelle e carrozzine, claudicanti, affannati, brutti, sporchi e malati, noi abbiamo finito di vivere nel momento in cui un ago avvelenato ha attraversato la nostra pelle. E sorridevamo e non lo sapevamo, credevamo anzi, terrorizzati dalla vostra propaganda di bugie, di essercela cavata. Invece cominciava la nostra morte, lenta o fulminea, annunciata o improvvisa. Ecco cosa mi ha appena scritto uno di noi: “Buongiorno, Max, la ho appena ascoltata su un canale social... sono certa che Lei sia stato colpito ben oltre il tollerabile, poiché leggo i vari commenti sui social e vedo che tipo di persone scrive. Volevo condividere la mia esperienza, e dirLe quanto mi ha aiutato ascoltarLa in questi giorni: all'epoca del primo vaccino io e mio fratello ci siamo vaccinati alle 19, alle 24 mio fratello ha avuto un infarto che gli ha cambiato la vita. Oggi gli faremo il funerale in quanto, malgrado diete, cure e ogni accorgimento possibile, il suo cuore non ha retto. In questi giorni difficili per molti versi, ascoltare i Suoi interventi dapprima era come sentire nulla, poi mi ha strappato un po' di interesse e qualche sorriso. Lungi da me usare un argomento del genere per chiederLe di ripensarci. Volevo solo ringraziarLa, perché da quando ho scoperto tale programma sono andata anche a ritroso per ascoltare tutte le puntate. Non si lasci influenzare e colpire dalla parte peggiore dell'umanità, e continuerò cmq a seguirla ovunque. Grazie ancora. Alessandra”. I nomi dei senza nome, che leggerli è peggio di una coltellata, peggio della malattia. Voi dovete sapere che nutrirsi di dolore è vita atroce, che vedervi ridere già uccide, che vivere morendo fa desiderare solo di morire prima possibile.

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