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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Inutile credere al domino o ai supereroi: l'Italia resta palude e ai vertici sanitari vanno i talebani vax

C'è qualcosa, chiamatelo come volete, che lega un governo all'altro nella totale indisponibilità a ragionare sui danni giganteschi provocati dal vaccino Covid, e ad insistere nell'imporlo. Qualcosa che ha del folle, o peggio.

06 Giugno 2025

Gianfranco Butinar

Stati Uniti: Kennedy jr, a capo del dipartimento per la Salute nell'esecutivo di Trump, abolisce l'obbligo di vaccino anticovid per le donne incinte e i nascituri. Italia: il governo Meloni, nella persona del ministro sanitario Schillaci, già uomo di Speranza, mette ai vertici del Consiglio superiore di sanità i più accaniti vaccinisti su piazza: il capo di Humanitas, Mantovani, la vice Annamaria Colao, il presidente dell'istituto Mario Negri, Remuzzi, in veste di consulente, già ricordato per l'inatteso voltafaccia, prima contrario ai vaccini, poi improvvisamente entusiasta, “i benefici superano i rischi”. Davvero? Non li hanno letti qui in Italia i rilievi, non le conoscono le ammissioni della stessa Pfizer, uno su 4 nato morto o abortito? O fanno come quelli che provocano me sui social, “ih dove sono i numeri, dove sta la matematica?”. E quando glieli porti, i numeri, passano alla provocazione, ti augurano la morte. La democrazia italiana nasce dal fascismo, non per reazione, come vuole la retorica istituzionale, ma in continuità per dire faziosa, naturalmente orientata all'intolleranza, alla censura. Come quegli imbecilli che a suo tempo si vantavano di sottrarre spazi pubblici ai “novax” e adesso predicano l'allargamento dei diritti, cioè il voto al referendum piddino e cigiellino.

Democrazia di militanti, di propagandisti, ma se volete qualche altro riferimento, qualche altra fonte, come chiedono quelli che senza intelligenza artificiale non sanno formulare neppure una balla, ecco qui, per esempio, il Daily Mail: “I ricercatori del Mass General Brigham scoprono che i decessi per cause cardiovascolari sono saliti del 17%”, confermando analoghi, innumerevoli riscontri tra cui quelli del prof Giuseppe Barbaro. Ma “nel dubbio” si continua a scomodare la dieta, “Repubblica” senza più scrupolo di vergogna ha chiamato in causa un misterioso legame coi cambiamenti climatici, ormai un evergreen, un passepartout. Ancora, una ricerca uscita su su Frontiers in Pharmacology ha esaminato 99.735 segnalazioni di eventi avversi in adolescenti (12-17 anni) in seguito alla vaccinazione contro il COVID-19, con riscontri spaventosi: il 76,1% degli eventi segnalati erano considerati gravi, ovvero tali da richiedere intervento medico, ospedalizzazione o con conseguenze importanti per la salute. Le sanno queste cose nei centri di potere della burocrazia italiana? Le sanno ma non gli importa, la cronaca di Angela Camuso su la Verità fa venire i brividi pensando che in 5 anni l'arroganza, la totale indisponibilità ad una presa d'atto, ad un confronto scientifico su base globale non ha minimamente preso piede in questo disgraziato Paese, considerato il laboratorio del pianeta per un esperimento di cattività sociale dai contorni e dalla violenza inedita in un regime occidentale, formalmente democratico, il merito del quale va attribuito al Capo dello Stato, a due capi di Governo, a tutte le istituzioni politiche, sanitarie, nessuna esclusa, col generoso conforto di una informazione che abbiamo appreso, una volta di più, essere largamente foraggiata, cioè corrotta, dall'Unione Europea, con predilezione per le testate progressiste che fin dall'inizio reclamizzano questi vaccini ormai riconosciuti come inefficaci, inutili per i soggetti in età acerba, pericolosi e letali per tutti. Ha scritto, sempre su la Verità, Maddalena Loy: “Il ridicolo slogan ancora oggi ripetuto nei talk show è che «il vaccino è meno pericoloso dei farmaci da banco», affermazione facilmente contestabile se solo si consultasse il sistema di farmacovigilanza europeo Eudravigilance, che già a gennaio del 2022 riportava 1 milione 58.702 segnalazioni sul solo vaccino Pfizer in un anno, a fronte di 72.871 segnalazioni per paracetamolo (Tachipirina) e 9.034 per Viagra in vent’anni. Ma nessuno si è mai preso la briga di farlo”. Dati, cifre, statistiche, ma anche lei, come Silvana De Mari, come chi scrive, coperti di insulti e auguri se non minacce di morte. Ah, questa democrazia italiana!

La resilienza nel male, perché questo è agire male, non si placa e ha del manicomiale: ma come? Per anni raccomandano ai neonati, ai bambini piccolissimi un vaccino che gli stessi produttori ammettono essere letale in un caso su 4, e questi ancora insistono? Con quali argomenti scientifici, di grazia? Che “i benefici superano i rischi”? O con la consueta pletora di insulti da galera dei virologi che transumano per i media grazie agli impresari e ai manager cui si affidano, gli stessi dei politici, dei giornalisti e dei cantanti di Sanremo? Questa resilienza maligna si prende gioco di vicende come quelle che mi raggiungono quotidianamente e ne riporto una particolarmente straziante: “Io ero il padre di un figlio sano, morto dopo quell'iniezione che chiamaste sicura, perso in una notte senza risposte, senza pace e oggi mentre ancora aspetto verità vi vedo premiare col bronzo un virologo, non un medico del dolore, ma un uomo da schermo e da slogan per aver difeso la scienza e promosso i vaccini, ma quale scienza si difende con una medaglia e non con il dubbio, quale verità si impone col decreto e si blinda col silenzio. Avete dato un'onorificenza a chi ha zittito il confronto, a chi ha promosso un farmaco ancora in fase di sperimentazione e lo ha imposto come atto di fede collettiva, trasformandolo in una verità indiscutibile e io, io ho seppellito mio figlio e con lui la fiducia, la speranza, la certezza che lo stato protegga davvero. Quella medaglia è un insulto che brucia , una lama nelle nostre ferite aperte. Premiate chi ha sostenuto l'inganno, mentre chi denuncia viene ignorato schernito minacciato umiliato. Non è solo un'onorificenza è un messaggio lanciato a chi indaga. “Non toccate chi abbiamo già incoronato”. E se quella è la vostra scienza allora non è scienza, è potere, è propaganda, è abuso, è menzogna benedetta dall'alto,è un'offesa a chi è morto, a chi è rimasto segnato e a chi li ama e non ha più pace. Non dimenticheremo, non ci piegheremo, non ci zittirete con una medaglia. Raffaele Specchi.”.

Le mandano a me, queste lettere urlanti, grondanti, perché sanno che posso capire, conoscono la mia vicenda, ma che puoi rispondere? Che premiare certi individui è una provocazione del potere, tanto crudele in quanto felpata? Che possiamo non dimenticare quanto vogliamo, e ci mancherebbe quando ti hanno spacciato un figlio, ma restiamo zittiti una volta ancora? Provocazione dopo provocazione, la nomina alla somma burocrazia sanitaria di personaggi ferocemente determinati a protrarre l'obbligo di un farmaco che in America, che nel resto del mondo viene dismesso in quanto oggetto di plurime indagini penali, è molto più grave della patacca a un virologo; dimostra che l'Italia dentro la UE è isolata, che l'effetto domino sperato rimane una illusione, che c'è qualcosa, chiamatelo come volete, sospettatelo come volete, ma qualcosa che unisce tutti i governi di tutti i colori, ammesso che sia ancora razionale voler credere a distinzioni post ideologiche nel tempo della politica commerciale; qualcosa che lega un governo all'altro nel segno di una completa irragionevolezza che ha del criminoso. Si gioca con la pelle degli infanti, non si fa tesoro della strage perenne, si irridono i riscontri scientifici, il potere assume i contorni magici, irrazionali tipici delle dittature esoteriche, scaramantiche. Commenta Barbaro, riportato dalla stessa Camuso: “Queste nomine non restituiscono una bella immagine al governo Meloni, visto che il suo ministero della Salute sta agendo in con-tinuità con il suo predecessore e le nomine dei vertici del Consiglio superiore di sanità non sono state fatte secondo criteri atti a garantire indipendenza e assenza di conflitti di interesse”. Ma il conflitto d'interesse ormai è un concerto, è una dimostrazione di potenza e di impunità. Più la gente muore, più noi continuiamo a raccontarla, a partecipare a convegni pieni di vittime distrutte, in carrozzina, appesse a grucce, come domenica 8 a Milano, come il prossimo sabato 14 a Padova, più la presa in giro continua: vi siete scoperti cancri fulminanti, cuori spaccati? Eh, è il riscaldamento globale, comunque ve la siete cercata. Poi quando tocca a loro, perché prima o dopo gli tocca, sentono i brividi. Ma credere ad un cambio di passo è come credere ai supereroi, l'Italia resta palude affaristica nel segno del potere. E viceversa.

Questo articolo è dedicato a Gianfranco Butinar, il più bravo e il meno sponsorizzato fra gli imitatori. Un artista della voce, della mimica, dell'umorismo, capace di spingere ogni personaggio al parossismo evitando sempre le trappole della banalità, del ricalco, della volgarità. Il suo difetto era grande, ed era l'unico che in Italia non viene perdonato: avere talento e contare solo su quello. Gianfranco è morto la scorsa notte di infarto, o, come piace chiamarlo, "malore improvviso", sul suo divano. Aveva 51 anni e nessuna patologia nota. Ma è senz'altro un caso, è sempre successo e in questi ultimi giorni il riscaldamento globale è tornato a mietere vittime. 

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