03 Marzo 2025
fonte: Instagram Matteo Bassetti
Matteo Bassetti come il Marchese del Grillo. Il direttore della Clinica Malattie infettive del San Martino di Genova pensa di essere il "migliore nel suo campo", e lo fa capire a chiare lettere: "Nel mio campo, ho il curriculum più forte in Italia, con un H-Index di 115 che, se consente, è veramente eccessivo. Il più alto degli infettivologi è 10-15 punti sotto…". E non ammette nemmeno paragoni: "Chi? Guardi che alla fine l’unico sopravvissuto sono io. La Viola è una donna piacente che però di malattie infettive non ha background. Palù è un fenomeno in laboratorio, ma non ha mai visto un malato. Pregliasco è un professore di Igiene. Io alla sera quando andavo in tv, riferivo quello che avevo visto in reparto".
Il vanto di Bassetti continua, e passa ai "no-vax", coloro i quali vengono tuttora etichettati così perché scettici sul vaccino Covid e sui suoi effetti avversi: "Ne ho denunciati più di 100. E ci sono almeno venti processi ancora in corso. Ci fu chi mi mise una lettera sotto la porta: "Sappiamo dove vivono i tuoi figli, non ci fermeremo finché non vedremo scorrere il loro sangue". Ho querelato anche una giornalista di Fuori dal coro: disse che ero diventato professore grazie a mio padre". Il padre è stato primario di Malattie Infettive a Genova e si chiamava Dante: "Al suo funerale ci mancava poco che mi dicessero di seguirlo nella tomba. Lui mi ha dato i geni però la carriera me la sono fatta da solo".
E per questo ha persino dato un consiglio a suo figlio: "Lui voleva iscriversi a Medicina, ma gli ho detto: tuo nonno è stato un grandissimo di questo mestiere, tuo padre anche. Tu vivresti di confronti. Si è iscritto ad Architettura". Ammette di aver avuto problemi nei rapporti con pazienti e parenti: "Muore un anziano, arrivano i familiari. Con loro mi rivolgo utilizzando espressioni molto forbite, da medico. Poi dico: "Il cadavere è di là". Percepii negli occhi di quelle persone un gelo totale".
"Ma oggi è diverso. Mamma si ammalò nel 2018: tumore al pancreas. Si aggravò nel pieno della seconda ondata della pandemia. Vederla sola, senza potere avere, negli ultimi momenti della sua vita, la vicinanza della famiglia, fu terrificante. Mi chiedeva continuamente: "Quanto vivrò?"", rivela.
Bassetti racconta diversi aneddoti, veri o presunti tali. Spiega di ricevere avances, "tantissime soprattutto dal mondo maschile. I social sono un mondo". Però con sua moglie "ci vogliamo molto bene. E resto un eterosessuale convinto".
E poi le mutande rubate: "Mi rompo il ginocchio giocando a calcetto. All’epoca lavoravo a Udine, scelgo io l’anestesista. Mi operano, mi sveglio. Morale: ero nudo. In pratica nacque la leggenda delle mie mutande. Dicevano: se le saranno prese un’infermiera o qualche dottoressa".
Secondo qualche luogo comune i genovesi sarebbero famosi per la loro tirchieria. Ed anche Bassetti finisce nel calderone: "I miei figli mi chiamano "T-Rex", perché avrei le braccine corte come un dinosauro. Ma sono solo parsimonioso".
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