26 Dicembre 2024
Giuseppe Barbaro, fonte: imagoeconomica
Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l'Umberto I di Roma. Il dottore è stato intervistato da Il Giornale d'Italia per commentare il recente caso dell'ospedale di Cattinara, in provincia di Trieste, che ha annullato l'operazione al cuore ad un paziente non vedente perché privo di vaccinazioni di ogni tipo, compreso il vaccino Covid.
Come è possibile che nel 2024 succedano ancora cose di questo tipo?
Non vi è una ragione clinica e/o scientifica, nè, particolarmente, deontologica, che possa giustificare quanto riportato nella lettera. Non esistono disposizioni di legge, né linee guida vincolanti che prevedano l’obbligo della vaccinazione prima di un intervento chirurgico. Vi è soltanto espressione di una ideologia scientistica espressa a scapito del rispetto della persona e della sua vita, nonché della sua libertà di scelta, considerando che nell’esercizio della professione medica l’onestà etica ed intellettuale non dovrebbe conoscere l’ideologia.
Quanto è grave la diagnosi che è stata riscontrata al paziente e quanto possibilità di morte ci sono?
Nell’insufficienza aortica vi è un aumentato reflusso di sangue dalla valvola incontinente nel ventricolo sinistro, aumentandone la pressione telediastolica con una progressiva riduzione della gittata sistolica necessaria per il corretto apporto di ossigeno ai tessuti. Il paziente, da quanto è stato possibile sapere, era affetto da più comorbilità. In questo contesto, una insufficienza valvolare aortica severa può determinare una dilatazione e una disfunzione ventricolare sinistra (scompenso cardiaco) anche ad esito fatale. Si comprende bene come un intervento chirurgico tempestivo rappresenti l’unica soluzione per evitare l’instaurarsi di complicanze che si potrebbero manifestare con il ritardo, in questo caso ingiustificato, dell’esecuzione dell’intervento.
L’ospedale potrebbe subire qualche conseguenza penale dopo il gesto?
Ritengo che vi siano gli estremi legali (ovviamente, questo è compito dei giuristi) per agire nei confronti del responsabile dell’unità operativa e dei vertici della struttura ospedaliera che hanno permesso che venisse scritta una lettera simile che, probabilmente, sarà stata inviata anche ad altri pazienti, forse anche su specifiche indicazioni dei vertici della struttura. Auspico una indagine sia da parte del ministero della Salute che della magistratura per definire i dettagli di questa vergognosa vicenda.
Come è possibile che ci sia un così basso livello di umanità? L’episodio di Trieste potrebbe avere un seguito o è destinato a rimanere isolato?
E’ necessaria, oltre ad una indagine da parte del ministero della Salute e della magistratura, una precisa presa di posizione da parte dell’Ordine dei Medici per le palesi violazioni deontologiche, al fine di evitare che episodi del genere si possano ripetere a scapito della salute del paziente. Ippocrate insegnava che non è concessa al medico alcuna discriminazione, e al paziente deve essere garantita la cura e la continuità delle cure (art.22 e 23 del codice deontologico), sia come principio umanitario che come diritto costituzionalmente definito (art.32). Mi auspico, in questo caso, che venga considerato violato il codice deontologico (oltre che il codice penale) in maniera definita e corretta con le dovute disposizioni. Mi auguro che la deontologia, come abbiamo assistito in questi ultimi tre anni, non venga considerata violata dall'ordine solo quando, pur rispettando il codice deontologico, è contraria all'ideologia dogmatica. L'onestà etica, come dicevo prima, non conosce ideologia. In questo specifico caso il codice deontologico verrà interpretato e applicato correttamente o vi sarà l'ennesima lettura politica a sostegno di un'ideologia ormai agonizzante?
Quanto il sentimento di disprezzo nei cosiddetti no-vax può portare ad episodi del genere?
Il termine no-vax è diffamatorio e non rispettoso del singolo individuo che ha diritto alla libertà di scelta ed alle cure come stabilito dalla Costituzione (art.32). In questi casi sono l’etica e l’umanità ad essere calpestate nel disprezzo della vita della persona al servizio di una ideologia finalizzata solo ad interessi individuali, ma che sono la negazione della professione medica, che deve invece essere esercitata, in totale indipendenza, nell’esclusivo interesse del paziente e della tutela della sua salute, della sua vita e della qualità di vita.
Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia, responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia del policlinico Umberto I di Roma. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV.
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale.
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