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Donazioni sangue vaccinati contro il Covid "pericolose, rischio contaminazione con proteina Spike, aggregati tossici e microtrombi" - LO STUDIO giapponese

Uno studio giapponese condotto da ricercatori dell'Asahikawa Medical University e del dipartimento di Scienze Biologiche della Tokyo University of Science, solleva dubbi sulla sicurezza delle trasfusioni da donatori vaccinati, evidenziando il rischio di contaminazione da proteina Spike e altre complicanze potenzialmente pericolose per i riceventi non vaccinati

09 Ottobre 2024

Donazioni sangue vaccinati contro il Covid "pericolose, rischio contaminazione con proteina Spike, aggregati tossici e microtrombi" - LO STUDIO giapponese

Il paper dello studio - Fonte: Preprints.org

Donazioni di sangue da vaccinati contro il Covid potrebbero risultare "pericolose" per il rischio di "contaminazione da proteina Spike con aggregati tossici e microtrombi". È quanto affermato da uno studio giapponese pubblicato su Preprints.org (piattaforma multidisciplinare dedicata a rendere le prime versioni dei risultati di ricerca disponibili in modo permanente e citabili) il 29 maggio scorso, dal nome Transfusions of Blood Products Derived from Genetic Vaccine Recipients: Safety Concerns and Proposals for Specific Measures, a firma di Jun Ueda, Hideyuki Motohashi, Yuriko Hirai, Kenji Yamamoto, Yasufumi Murakami, Masanori Fukushima e Akinori Fujisawa, ricercatori dell'Asahikawa Medical University e del dipartimento di Scienze Biologiche della Tokyo University of Science.

Almeno 6 preoccupazioni sollevate dagli autori dello studio

Dopo le stragi da trasmissione trasfusionale di Hiv e epatiti, ora c’è un nuovo rischio: le persone che hanno subito l’inoculazione di cosiddetti vaccini anti Covid, potrebbero trasmettere problemi. Secondo gli studi citati, il sangue delle persone inoculate può essere pericoloso. Le 6 principali preoccupazioni identificate dai ricercatori con l’uso di prodotti sanguigni derivati da destinatari di vaccini genici sarebbero: contaminazione da proteine Spike, l’antigene del Sars-CoV-2 e dei vaccini genetici, che ha già dimostrato di avere varie tossicità; contaminazione con aggregati tossici di amiloidi e microtrombi formati da proteine Spike; eventi attribuibili alla riduzione del sistema immunitario del donatore e ad anomalie immunitarie dovute all’imprinting immunitario o alla malattia da immunoglobulina correlata ad alti livelli di IgG4, tutte derivanti da dosi multiple di vaccini genetici; nanoparticelle lipidiche (Lnp), fortemente infiammatorie, trombogeniche e in grado di scatenare una sindrome autoimmune da adiuvante e mRna pseudouridinato (solo vaccini a mRna) che potrebbe mettersi a stampare proteina Spike nel corpo del ricevente; contaminazione con aggregati di globuli rossi o piastrine causato dalla proteina Spike; linfociti B che producono IgG4 e IgG4 e possono causare infiammazioni croniche. Ad oggi, per la sola inoculazione, sono stati segnalati più di 11 milioni di eventi avversi e più di 70.000 decessi. In passato, il dottor Giuseppe Barbaro (cardiologo), è stato uno dei primi specialisti a parlare delle complicanze cardiache dei cosiddetti vaccini anti Covid, denunciando al convegno 'No Agenda 2023' di Roma la possibile pericolosità delle trasfusioni da persone vaccinate verso i non vaccinati, rammentando che la trasfusione è un mezzo per trasmettere la proteina Spike, le nanoparticelle, l’Rna messaggero e altre possibili complicanze. Barbaro ha anche menzionato casi noti di complicanze post trasfusionali in soggetti non vaccinati, come trombosi e miocardite, insorte dopo trasfusioni effettuate in situazioni di emergenza: "Non sono sconosciuti casi di complicanze post trasfusionali in soggetti non vaccinati, ossia soggetti che dopo una trasfusione effettuata in urgenza, ad esempio un intervento d’urgenza a causa di un politrauma, hanno avuto una trombosi o una miocardite", aveva detto in quell’occasione il cardiologo. Eppure, come nel caso di infezioni quali il virus dell’immunodeficienza umana (Hiv) e le malattie da prioni, l’anamnesi della vaccinazione genetica (tipo Dna e/o mRNA), compresi i tempi e il numero di dosi, si potrebbe ottenere tramite intervista e potrebbe essere conservata nella documentazione ufficiale quando il sangue viene somministrato.

Il paper della ricerca pubblicata dagli autori su Preprints.org

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