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Vaccino Covid e il controverso studio su Nature Communications: "Meno infarti e ictus dopo dosi", "Ricerca fake, non c'è confronto tra vaccinati e non, trascurate malattie pregresse"

Secondo esperti contattati dal Giornale d'Italia, la ricerca contiene alcuni grossi problemi come "l'assenza di un confronto tra vaccinati e non vaccinati" e, di conseguenza, le "conclusioni degli autori sono esagerate, di parecchio, e dovrebbero essere molto più prudenti"

01 Agosto 2024

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Vaccino Covid, fonte: imagoeconomica

Sta facendo molto discutere uno studio sui vaccini Covid a mRNA condotto dalle Università di Cambridge, Bristol e Edimburgo e pubblicato sulla rivista Nature Communications secondo cui grazie alle somministrazioni, sarebbe diminuito il numero di infarti e ictus. Tuttavia secondo diversi esperti contattati da Il Giornale d'Italia, si tratterebbe di una "ricerca fake e indiretta, ovvero confronta periodi diversi ma non confronta direttamente i vaccinati contro i non vaccinati. Inoltre le analisi sono aggiustate solo per pochi parametri come sesso, età e "razza", ma non per altri fattori di rischio molto importanti, quali diabete, ipertensione e precedenti malattie cardiovascolari. Ma moltissimi vaccinati contro il Covid, soprattutto quelli ritenuti fragili a cui il vaccino è stato imposto, avevano un profilo di rischio maggiore. Gli stessi autori dello studio poi non smentiscono tutti gli studi che sono emersi precedentemente sulle miocarditi e su alcune patologie cardiovascolari, non dicendo nulla di nuovo".

Vaccino Covid e il controverso studio su Nature Communications: "Meno infarti e ictus dopo dosi", ma alcuni esperti: "Ricerca fake, non c'è confronto tra vaccinati e non"

L’incidenza di attacchi cardiaci e ictus sarebbe più bassa dopo la somministrazione del vaccino Covid a mRNA. Lo rivela una ricerca condotta dalle Università di Cambridge, Bristol e Edimburgo e realizzata dal British Heart Foundation, BHF, Data Science Centre presso Health Data Research UK, riportata su Nature Communcations. Lo studio ha preso in esame le cartelle cliniche anonime di 46 milioni di adulti in Inghilterra, tra l’8 dicembre 2020 e il 23 gennaio 2022. Gli scienziati hanno confrontato l’incidenza delle malattie cardiovascolari dopo la vaccinazione con l’incidenza prima o senza vaccinazione, durante i primi due anni del programma di vaccinazione. Dallo studio emergerebbe che l’incidenza delle trombosi arteriose, come infarti e ictus, era fino al 10% più bassa fra le 13 e 24 settimane successive alla prima dose di vaccino Covid. Dopo la seconda dose, l’incidenza è risultata inferiore fino al 27% dopo aver ricevuto il vaccino di AstraZeneca e fino al 20% dopo il vaccino di Pfizer/Biotech. L’incidenza di eventi trombotici venosi comuni, soprattutto embolia polmonare e trombosi venosa profonda degli arti inferiori, ha seguito un andamento simile.

Tuttavia numerose ricerche precedenti hanno rilevato che l’incidenza di complicazioni cardiovascolari è più elevata dopo il vaccino Covid. Ad esempio, sono state segnalate incidenze di miocardite e pericardite in seguito a vaccini a base di mRNA, come il vaccino Pfizer/Biotech, e di trombocitopenia indotta da vaccino in seguito a vaccini a base di adenovirus, come il vaccino AstraZeneca.

"È un'analisi logica, ma ha due grossi problemi - spiegano alcuni esperti a Il Giornale d'Italia -. Innanzitutto è indiretta, ovvero confronta periodi diversi ma non confronta direttamente i vaccinati contro i non vaccinati (pur avendo i dati). Questo sarebbe di gran lunga, ovviamente, il metodo migliore.

Poi le analisi sono aggiustate solo per sesso, età e razza (?), ma non per altri fattori di rischio molto importanti, quali diabete, ipertensione, e precedenti malattie cardiovascolari. E considerando che chi si è vaccinato aveva spesso un profilo di rischio maggiore, è un problema grosso (anche se realisticamente dovrebbe andare nella direzione degli autori). In ogni caso, con questi due problemi metodologici seri, le conclusioni degli autori sono esagerate, di parecchio, dovrebbero essere molto più prudenti".

"Questo è uno studio che si fa autogol da solo - ci ha spiegato un altro medico - perché dice che non smentiscono tutti gli studi che sono emersi precedentemente sulle miocardite e su alcune patologie cardiovascolari, ma non fa emergere nulla di nuovo. E poi c'è un commento personale che chiaramente molti impongono agli autori di scrivere che è quello che la vaccinazione supera di gran lunga il rischio di prendersi il Covid. Non ci sono solo le peri-miocarditi, ci sono anche altre situazioni a livello cardiovascolare che sono per esempio il blocco del segnale energico, che chiaramente va a impattare sulla funzionalità cardiaca, l'impulso cardiaco. Questo non è stato valutato. Solo con degli esami molto specifici si riescono a vedere queste situazioni, quindi che danno fibrillazione, tachicardie ortostatiche e aritmie eccetera. Questo non è stato valutato in questo studio. Cosa hanno valutato loro rispetto alle patologie cardiovascolari, vascolari o cardiovascolari? Dipende tutto da questo. Però anche loro hanno dovuto ammettere che comunque il loro studio non smentisce quanto emerso in ricerche precedenti in merito alle anomalie accertate a livello cardiaco post vaccino".

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