26 Settembre 2023
Fonte: Pixabay
Il rischio di contrarre il Long Covid potrebbe essere stato esagerato a causa di ricerche viziate da difetti, causando di riflesso un'immotivata ansia di soffrirne. È la tesi a cui sono giunti Tracy Beth Hoeg, Shamez Lhadani e Vinay Prasad, ricercatori dell'Università di Odense in Danimarca, della St George's University di Londra e di San Francisco. Lo studio pubblicato sul British Medical of Journal, "bacchetta" tutti gli allarmismi e le avvertenze fatte, specie nell'ultimo anno, sul rischio di contrarre il Long Covid, una sindrome clinica che interessa chi ha preso il virus e che presenta sintomi persistenti anche dopo un lungo periodo.
"Gravi difetti" nella letteratura sul Long Covid hanno probabilmente esagerato la reale minaccia di contrarre la malattia, sostiene la ricerca. Ricercatori del Regno Unito, insieme a Danimarca e Stati Uniti, affermano che “molte pubblicazioni scientifiche” hanno sovrastimato la prevalenza della sindrome a causa di “definizioni eccessivamente ampie, mancanza di gruppi di controllo, gruppi di controllo inappropriati e altri difetti metodologici”.
Gli autori del nuovo studio sostengono che i sintomi sono comuni tra i virus delle vie respiratorie superiori. Viene affermato inoltre che questa mancanza di definizione potrebbe portare a un aumento della spesa sanitaria e a una maggiore ansia, nonché a diagnosi errate e a una deviazione di fondi.
Lo studio esamina la definizione della condizione da parte di diverse organizzazioni sanitarie globali, tra cui il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). "In generale, nella letteratura scientifica, definizioni imprecise hanno portato ad associare più di 200 sintomi alla condizione denominata Long Covid", hanno affermato i ricercatori.
Il gruppo di epidemiologi ed esperti ha anche affermato che è più probabile che gli studi nelle prime fasi della pandemia abbiano incluso un minor numero di pazienti con sintomi lievi o assenti, il che potrebbe aver portato a un errore di campionamento.
"La nostra analisi indica che, oltre a includere controlli adeguatamente abbinati, sono necessarie migliori definizioni di caso e criteri più rigorosi che dovrebbero includere sintomi continui dopo l'infezione confermata da SARS-CoV-2 e tenere in considerazione le caratteristiche di base, inclusa la salute fisica e mentale, che possono contribuire all'esperienza post-COVID di un individuo."
La ricerca futura dovrebbe includere gruppi adeguatamente abbinati, aggiunge il documento, nonché un tempo di follow-up "sufficiente" dopo l’infezione.
I ricercatori hanno concluso: "La nostra analisi indica che oltre ai controlli adeguatamente abbinati, è necessario migliorare la definizione di caso e criteri più rigorosi (per definire il long-covid, ndr), che dovrebbero includere sintomi persistenti dopo un'infezione da Sars-CoV2 confermata e tenere conto di caratteristiche di base (delle persone, ndr), inclusa la loro salute fisica e mentale, che possono contribuire all'esperienza post-covid di un individuo".
"La biomedicina deve cercare di aiutare tuti quelli che soffrono. Ma per farlo è necessario applicare i migliori metodi e le migliori analisi scientifiche. Definizioni inappropriate e metodi imperfetti non sono utili alle persone che la medicina cerca di aiutare". "Migliorare gli standard di produzione delle prove scientifiche è il metodo ideale per affrontare con serietà il long-covid, per migliorare i risultati e per evitare i rischi di diagnosi errate e trattamenti inappropriati".
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