Venerdì, 05 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Fratture insanabili, i tre anni che avete voluto dimenticare

La riflessione sugli ultimi tre anni, sul modo in cui sono stati attraversati, su quello che hanno lasciato

28 Maggio 2023

Fratture insanabili, i tre anni che avete voluto dimenticare

Coronavirus (fonte foto Lapresse)

Da un punto di vista psicanalitico, forse, la rimozione di un trauma fa parte dell'elaborazione di un lutto. Ma personalmente mi sorprendo spesso a chiedermi se la gente si ricorda dei tre anni appena trascorsi. Non dico se ne ha fatto tesoro, ma se ne ha semplicemente un vago ricordo. A me pare tristemente di no. Del furto di vita. Dell'assurdità e della passività. Io pure nella quotidianità tendo a non pensarci, ma ogni tanto sento troppo forte una frattura tra me e la maggior parte della gente che mi circonda. E per darmi una spiegazione devo ricordarmi cosa vi siete fidati di fare in questi tre anni. Se no esco pazzo.

Vi siete fidati di accettare parole come coprifuoco. Proprio così, ricordatevelo bene. Eravate a casa di amici a cena e alle 21.40 vi ingozzavate l’ultimo boccone per state a casa alle 22 perché lo diceva la scienza. Avete smesso di abbracciarvi, [zio] cane, questa è una delle cose che mi fa più schifo. Avete accettato che si poteva andare a lavorare stipati come sardine nei bus e nelle metro ma non si poteva uscire per ricrearsi, per arricrearsi, nemmeno per una semplice passeggiata. Avete accettato che la scienza vi dicesse che i parenti si, i conoscenti no, i congiunti si ma col permesso, gli amanti col cazzo, gli amici dipende. Avete accettato che all’unico diciottenne sano di mente, che per protesta si tolse la mascherina in classe, venisse imposto non una sospensione o una nota disciplinare ma un tso, un trattamento sanitario obbligatorio, come se fosse lui il pazzo. Nel frattempo la scienza faceva acquistare banchi a rotelle per scuole rimaste chiuse interi semestri. Avete accettato la caccia ai runner solitari. Marito e moglie che vivono in un monolocale costretti a stare uno avanti e uno dietro nell’autovettura. Anche questo avete accettato. Per non parlare delle regioni, dei comuni, dei posti di blocco, a quanti chilometri da casa si poteva arrivare? Avete accettato e avete atteso, in maniera molto poco vigile, che tutto passasse. Poi è arrivato il siero magico, la cui inefficacia e dannosità era chiara e lampante perfino alla buon’anima del mio cane Argo, ma voi ve lo siete sparato tutto. Chi perché terrorizzato chi perché ottuso, chi perché pur di tornare a tutti  i costi alla normalità ha sacrificato persino il proprio senno. Del greencazz non ne parlo proprio, sarete giudicati dalla storia per aver avallato, spesso col livore di chi avendolo preso nel culo vuole vedere tutti gli altri parimenti sodomizzati, la più irrazionale e grottesca delle discriminazioni. Ma soprattutto, e questa è la cosa più grave, nel bel mezzo di questo delirio, avete dimenticato tutto, letteralmente da un giorno all'altro, perché era arrivato Putin il pazzo sanguinario che voleva conquistarci tutti. E via con l'invio di armi per la pace. Siete gli stessi cazzo. Quelli che inviano armi per la pace sono gli stessi che hanno smesso di abbracciarsi quando lo diceva la scienza. Questo la dice lunga, lunghissima. E per quanto si voglia fare finta di niente, fare finta di dimenticare, far finta di co-esistere, la frattura tra chi ha fatto tutto questo e chi no resta, ed è reale. E non credo che in fondo sia sanabile.

 

Luca Iervolino

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x