15 Marzo 2023
Chat tra Matt Hancock e Allan Nixon tratta da "The Lockdown Files". Fonte: Telegraph
In Uk, si è sfiorato il ricatto pur di imporre il lockdown. Le chat tra funzionari governativi rese pubbliche dal Telegraph svelano il piano di Matt Hancock, l'allora Segretario alla Salute: bloccare i fondi destinati a un nuovo centro per bambini disabili nel caso un parlamentare "ribelle" non avesse votato a favore delle chiusure. E spunta anche una "black list" degli oppositori al regime delle restrizioni.
L'infedele da convertire al culto del lockdown era, al momento, James Daly, parlamentare eletto nel 2019 nel collegio elettorale di Bury Nord, nella contea metropolitana Grande Manchester. Proprio a Bury, comune del Nord-Ovest dell'Inghilterra, Daly si batteva da tempo per l'edificazione di un centro per bambini e adulti con disturbi dell'apprendimento, in attesa di ricevere i finanziamenti dal governo.
Nel gennaio 2020, infatti, aveva discusso dell'importanza della struttura in un faccia a faccia con Hancock, postando poi sul suo sito una foto di coppia corredata dalla didascalia "ecco come miglioriamo i servizi alla salute per tutti i residenti di Bury Nord". Non sapeva, Daly, che di lì a pochi mesi il suo centro sarebbe stato trasformato in uno strumento per comprare la sua lealtà.
22 Novembre 2020. Il Parlamento inglese si accingeva a votare, l'1 dicembre 2020, l'introduzione di nuove misure restrittive: lockdown regionali, con diversi gradi di libertà a seconda del "tier" di appartenenza. Un po' come la suddivisione in zone colorate adottata in Italia. Si trattava di un voto importante, e i sacerdoti delle chiusure non potevano permettersi troppi parlamentari dissidenti. Allan Nixon, Consigliere Speciale del Dipartimento della Salute per il Parlamento, nonché assistente di Matt Hancock, inviò a quest'ultimo una lista aggiornata di tutti i deputati contrari all'imposizione di un nuovo lockdown. Una "black list" con 95 nomi, tra cui figurava anche quello di James Daly. "James vuole il suo Hub per disturbi dell'apprendimento a Bury" - scriveva Nixon su Whatsapp - "Facciamo che l'Ufficio Whips (incaricato di mediare i contatti tra un gruppo parlamentare e i suoi membri, Ndr.) lo chiami e gli dica che il Dipartimento della Salute vuole lavorare con lui sull'Hub, ma solo se non si ribella". "Sì al 100%" fu la risposta di Hancock.
La mattina del voto, poi, il Segretario alla Salute inviava un messaggio eloquente al suo assistente: "Daly è dalla nostra parte", nonostante Nixon mostrasse seri dubbi in merito. Durante la votazione del 1 dicembre, solo 55 dei 95 parlamentari schedati si opposero al nuovo lockdown, tra cui anche lo stesso Daly. Si trattò della "ribellione" più massiccia dell'amministrazione Johnson, e costrinse il governo a contare sulle astensioni dei Laburisti per vedere le misure approvate. Quel pomeriggio, Nixon inviò una nuova lista dei dissidenti, pregando il suo capo di non diffonderla.
Il fatto che Daly abbia comunque votato contro il provvedimento voluto da Hancock e compagni non cancella, tuttavia, i tentativi di ricatto. A domanda mirata, il parlamentare di Bury Nord ha spiegato i retroscena: "Nonostante abbia condotto una campagna fondata sull'hub, Hancock non ha mai mostrato il minimo interesse a proposito. Ci ho parlato qualche volta in quel periodo, ma posso affermare con certezza che la struttura non è mai stata menzionata". Una volta avuto notizia delle chat incriminate, Daly si è però detto "disgustato" che un centro per persone disabili potesse essere barattato in cambio del suo voto. "È spaventoso" ha concluso.
Qualcuno, poi, vorrebbe che Hancock desse precise spiegazioni in merito alla faccenda. Jake Berry, parlamentare Tory per Rossendale e Darwen, ha definito una "vergogna assoluta" le rivelazioni emerse con le chat dei Lockdown Files, e ha intimato che l'ex Segretario alla Salute debba essere "trascinato alla sbarra della Camera dei Comuni" per rendere conto delle sue responsabilità.
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