27 Gennaio 2023
fonte: Twitter @Vitt79209263
La farina di grillo ed il cibo sintetico, sono uno dei temi più caldi di questo inizio 2023 in ambito alimentare. NaturaSì, un noto supermercato italiano con filosofia green e solidale, si è apertamente dissociato da questa novità, assicurando ai propri clienti che non venderà prodotti alimentari a base di insetti: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo. Nei nostri negozi la salute”.
Dal 24 gennaio 2023, in tutti i paesi dell'Unione Europea si potrà utilizzare la farina di grillo negli alimenti. Si tratta, nello specifico, di grilli domestici, opportunamente trattati prima di diventare polvere da aggiungere ai preparati di numerosi alimenti. Gli esperti assicurano che la farina di grillo è "salutare" e "ricca di proteine". Gli ambientalisti fanno notare che allevare un grillo richiede minori quantità di acqua rispetto a un bovino.
Tuttavia in Italia, uno dei paesi al mondo più conservatori per quanto riguarda l'alimentazione, la novità non è stata accolta positivamente. Molti cittadini hanno già criticato la scelta del Governo di Bruxelles. Va anche specificato che nessuno è obbligato a mangiare farina di grillo o altri insetti, si tratta solo di una regolamentazione per un sostituto della farina tradizionale.
Da alcune ore sui social è diventata virale l'iniziativa di NaturaSì, nota catena di supermercati di prodotti biologici, un punto di riferimento soprattutto per le persone con allergie o intolleranze. Molte persone hanno fotografato il cartello esposto in tutti i supermercati NaturaSì d'Italia, dove viene assicurato che il cibo a base di insetti non verrà esposto nei loro punti vendita.
"Gli insetti lasciamoli nel loro mondo", scrive sui social il negozio di prodotti alimentari naturali e biologici. Circa due anni fa, NaturaSì fece già parlare di sé sui social per un motivo totalmente diverso. Era settembre 2021 e all'epoca esisteva l'obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro. Nella fase in cui era consentito andare a lavorare anche con un tampone negativo, l'azienda decise di pagare di tasca propria i test a tutti i suoi dipendenti che ne facevano richiesta.
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