29 Agosto 2022
La distopia aumentata
Chiunque abbia imparato a conoscermi in questi anni deliranti post pandemia, sa perfettamente la ragione per la quale uso il lemma:" realtà distopica aumentata", quando intendo riferirmi alla situazione che stiamo vivendo, più o meno consapevolmente, da quasi un lustro.
Ogni concetto di onestà, buon senso, ragione, logica ha ceduto il passo al suo contrario e non vi è ambito sociale, politico od economico che non osanni la bontà del nuovo paradigma: la resilienza....in danno del Popolo Sovrano.
Fra gli esempi più eclatanti della distopia imperante non posso purtroppo esimirmi dal rammentare il delinquenziale protocollo, ideato dal Ministero della Salute -con la complicità di inetti e azzerbinati, sedicenti medici- denominato: “paracetamolo e attesa speranzosa”, che ha condotto migliaia di poveri malcapitati, ammalatisi di covid19, a passare ad altra dimensione non più umana.
La popolazione italiana evidentemente è stata individuata dalle fantomatiche élite mondialiste "a trazione mercatista" -per usare un termine caro all'esimio filosofo Diego Fusaro- quale cavia degli esperimenti dissacranti e dissoluti, che, come già ampiamente esposto in altra precedente analisi, avrebbero fatto arrossire Mengele.
A questo giro di "farsa pandemica", il metodo usato dai moderni scienziati del nostro tristo evo sono consistiti in special modo nell'esasperare fino al parossismo ipocondrie e turbe mentali, già in essere in buona parte della popolazione italica, a cui per decenni era stato propinato quel "panem et circenses", che li aveva ridotti ad una sorta di obnubilante schiavitù.
L'italiota medio era abituato a lavorare cinque giorni a settimana; a guadagnare quanto sarebbe bastato a sostenere un buon livello di sopravvivenza per sé e per la propria famiglia; ad accendere mutui per l'acquisto di casa familiare ad interessi molto spesso usurari, ma guai a toccare a taluni "il campionato di calcio", ad altri la messa della domenica, ad altri ancora il fine settimana fuori porta e ....le vacanze estive, a cui l'italiano non avrebbe mai rinunciato, costi quel che costi: l'oppio dei popoli, in sostanza!
Ebbene, mutuando un termine che abbiamo imparato -ahinoi- a conoscere di recente, l'agenda pre covid, che potremmo definire della resistenza inconsapevole, è stata sostituita integralmente dalla nuova normalità, ovvero dalla "resilienza coatta": l'italiota ora, obtorto collo, volente o nolente, è costretto a ribattere ai dardi scagliati dal fato/sistema - travestito da "Saturno-contro"- adottando un habitus sobrio, a basso profilo, insomma.
Ma l'aspetto che più mi ha lasciata di stucco è come quel ruolo da resiliente bastonato, tanto caro a certa parte politica, gli si sia attaccato addosso come una calamita, come se all'italiano avessero fatto il lavaggio del cervello, anzi espungiamo la congiunzione 'come'.
Mutatis mutandis, davanti a cotanto "mondo al contrario" -ovvero alla realtà distopica fattasi, per molti, unica realtà possibile di vita, creata ad arte da un sistema politico/sociale/finanziario morente- si può concretamente prevedere un cambio di passo, che conduca dal grigiore attuale ad un caleidoscopico mondo migliore?
Migliore rispetto a cosa, poi, attesa l'assoluta apatìa che si è impossessata di menti, corpi ed anime sottomesse e divise da anni di trascinamento cacotopico, per l'appunto?
La politica, unico contenitore, a cui aneliamo e ci attacchiamo quando ci sentiamo totalmente persi ed in balìa delle onde più alte di melma maleodorante, potrebbe fungere da concreto riparo e soluzione?
La domanda è più che retorica, naturalmente e l'esempio di quanto la politica (quantomeno quella post era “mani pulite”) si sia resa complice beffarda del sistema mondialista e schiavista lo abbiamo ben chiaro tutti, allorquando abbiamo fissato con gli occhi increduli del bambino, ferito nell'animo dai propri genitori, la fotografia dell'incontro fra i più noti nomi del panorama politico nazional popolare, seduti amabilmente intorno ai tavoli di un bar, come solamente possono fare gli amici di lunga data.
Leggevo stamani una dura e cinica analisi dei tempi quae currunt, assolutamente condivisibile.
Utilizzando la parafrasi del gregge di pecore, vi è un modo poderoso, usato dai pastori per raccogliere gli ovini, sparsi in una grande area verde e riportarli all'ovile: spedire un cane a destra ed uno a sinistra, che abbaiando fragorosamente inducano l’intimorito gregge a muoversi in unica direzione, verso il centro.
Ecco, non avrei potuto leggere metafora più calzante per descrivere la realtà politica attuale: un "cane" abbaia a destra ed uno abbaia a sinistra. Potrebbero sembrare due antagonisti, ma in verità ed usando allegoricamente un noto detto latino:" cane non mangia cane" (“canis canem non est”) ed il gregge così viene tradotto facilmente nella direzione desiderata dal deus ex machina.
Mutuando le parole di uno degli ultimi giuristi "illuminati", Ugo Mattei: " non occorrono nuovi partiti, ma è necessario un nuovo Popolo" e sin quando il popolo vestirà i panni di un gregge di ovini, portato al macello dal pastore, non potremmo che attenderci unicamente una sola realta: quella distopica aumentata.
Ad maiora...
Valeria Paletta
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