Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Long Covid, quello vero è psicologico: due anni di propaganda ci ha istillato la "nostalgia" delle restrizioni

Dal primo maggio 2022 è caduto l'obbligo delle mascherine al chiuso, ma la maggior parte delle persone continua a usarle (anche all'aperto). Siamo diventati "nostalgici delle restrizioni" e ipocondriaci: l'effetto di due anni di propaganda a senso unico

05 Maggio 2022

Long Covid, quello vero è psicologico: due anni di propaganda ci ha istillato la "nostalgia" delle restrizioni

Il primo maggio 2022 è caduto l'obbligo di indossare mascherine al chiuso, ma la notizia sembra essere passata sotto traccia. I più continuano a usarle ovunque vanno, al chiuso e anche all'aperto, in compagnia o da soli in macchina. D'altra parte, cosa ci potevamo aspettare dopo due anni di propaganda, due anni in cui ci hanno "lavato il cervello" continuando a ripeterci che "la Salute è un diritto", che "la Salute viene prima di tutto" (anche prima di Lavoro e Istruzione, diritti ormai finiti nel dimenticatoio) e poi la frase migliore di tutte: "Indossa la mascherina non per proteggere te stesso ma chi ti sta intorno". Ecco qual è veramente il Long Covid, quella condizione psicologica che ci ha annullato l'identità e trasformato in ipocondriaci nostalgici delle restrizioni.

Long Covid, quello vero è psicologico

Come ha giustamente sottolineato Boni Castellane su La Verità, "il vero significato delle misure introdotte per per tentare di contrastare il Covid è stato biopolitico e non sanitario". Le prove le stiamo vedendo, appunto, in questi primi giorni di maggio. Le misure restrittive sono terminate (ma non sembra). "Il frutto ultimo di un'antropologia nel buonismo con gli artigli", la quale "ha visto, nell'imposizione delle norme sanitarie attraverso uno stato d'emergenza protrattosi per due anni, la conferma del proprio sogno patriarcale". Ma "di un patriarcato al contrario", specifica Castellane, "quello che ti vede sempre figlio indisciplinato, da controllare, punire ed educare".

Come già accennato, infatti, il vero Long Covid sta nelle ripercussioni psicologiche che, dopo due anni di misure restrittive (molto spesso inutili se non deleterie e contrastanti tra loro), si stanno abbattendo sulla mente delle persone. "Oltre all'ipocondria e la nostalgia, esiste un danno profondo che non si potrà rimediare: la sensazione di non poter essere più difesi dalle decisioni imperscrutabili di un leviatano che si muove al riparo da ogni rendiconto, che agisce protetto dal segreto militare, come a Bergamo". 

L'impossibilità di essere stati esentati dai vaccini per motivi di salute, o il fatto che le cure domiciliari siano state scartate "preventivamente", potrebbe significare che ci troviamo difronte a un nuovo stato di cittadinanza. Uno status non più basato sulle leggi ma quello dettato dalle "condizioni del momento". Le proposte di modifica costituzionale - passate sotto silenzio per non dire sottobanco - per introdurre lo Stato d'Emergenza in Costituzione dimostrano che quello che verrà a mancare nel prossimo futuro sarà la Stabilità (del resto la precarietà è alla base della nuova società transumana). "Normalizzare l'eccezionalità - conclude Boni Castellane - avrebbe l'effetto di rendere superflue le remore, di accettare l'alternarsi di privazioni di libertà e la loro riconnessione momentanea".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x