22 Marzo 2022
Covid (fonte foto Lapresse)
L'Italia oggi, martedì 22 marzo 2022, registra 96.365 nuovi casi Covid e 197 morti. Solo ieri i nuovi positivi al Covid erano 32.573. Il tasso di positività rimane stabile al 15%. I tamponi, nell'arco delle ultime 24 ore, sono stati 641.896. Tra questi sono stati conteggiati sia i test molecolari che i test rapidi. Sono invece 8.969 le persone ricoverate in ospedale con sintomi, in aumento rispetto a ieri (+241). 455 gli italiani in terapia intensiva, -8 rispetto a ieri. La Regione con più casi oggi è la Puglia, dove i nuovi contagi sono 12.007 su 56.169 test giornalieri. Qui il tasso di positività sale al 21,3% (rispetto al 15% di ieri).
I numeri sul virus nel nostro Paese continuano - nonostante restrizioni, vaccini, Green pass e Super Green pass - a essere molto alti. Segnale che le misure messe in atto dal Governo non sono poi forse così adatte a combattere il virus.
E mentre in Italia i contagi Covid impennano, arriva la notizia che il prossimo giovedì, il 24 marzo 2022, si terrà la prima riunione tra gli esperti della Commissione tecnico scientifica (Cts) e dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulla possibilità di somministrare una quarta dose di vaccini alla popolazione più anziana. Lo aveva anticipato nei giorni scorsi il ministro della Salute Roberto Speranza. "Valutiamo l'ipotesi di estendere la quarta dose per le fasce generazionali più avanzate", aveva affermato l'esperto durante la conferenza stampa sulla roadmap delle riaperture con il premier Mario Draghi. Si tratta di una possibilità che "richiederà ancora un approfondimento", aveva continuato Speranza. "Ma - aveva precisato infine Roberto Speranza durante la conferenza stampa - è una cosa a cui ci stiamo preparando".
Nel frattempo l'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, aveva ribadito che "non ci sono ancora prove che serva una quarta dose di vaccino per tutti". Ad affermalo in particolare è Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell'Ema, durante la conferenza stampa di giovedì 17 marzo 2022. "Da un punto di vista regolatorio non ci sono ancora evidenze sufficienti, né dai trial clinici né dai dati del mondo reale, a sostegno di una raccomandazione sulla necessità di un secondo richiamo nella popolazione generale".
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