28 Dicembre 2021
Fonte: lapresse.it
Nei giorni scorsi, in vista dei festeggiamenti di Natale, per milioni di italiani - vaccinati e non - è partita la corsa ai tamponi rapidi e molti si sono scoperti, loro malgrado, positivi al Covid. Altri invece, dopo aver visto l'esito negativo su questi test 'fai da te', hanno trascorso il weekend in compagnia con parenti e amici. Dagli esperti arrivano però subito dati non molto rassicuranti per quanto riguarda proprio questa tipologia di tamponi. Questi - dicono medici e scienziati - non sono attendibili al 100%. Secondo i dati infatti, un positivo su quattro potrebbe sfuggire.
In Italia, nonostante vaccini, Green pass e Super Green pass, i dati sui contagi Covid raggiungono numeri mai visti e gli italiani corrono ai ripari affidandosi ai tamponi rapidi. I dottori riferiscono che sono tre le situazioni in cui ognuno di noi dovrebbe sottoporti a un test: se è entrato a contatto con un positivo, se presenta sintomi riconducibili al Coronavirus o se deve incontrare soggetti fragili come immunodepressi, pazienti oncologici e trapiantati. Questo vale sia per i vaccinati che per i non vaccinati. Entrambe le categorie di persone infatti, com'è ormai noto, possono infettarsi e trasmettere il virus.
Se si ipotizza dunque di essere positivi al Covid, occorre fare un tampone. E tra tutti, il più affidabile è quello molecolare. Esso si esegue su un campione prelevato a livello naso orofaringeo e il margine di errore è vicino allo zero "perché viene rilevata la presenza del genoma virale anche in soggetti con bassa carica, pre-sintomatici o asintomatici", spiegano gli esperti. D'altra parte invece i test antigenici - ovvero quelli rapidi - sono sensibili alle proteine virali e quindi potrebbero dare un esito non corretto.
"Il test antigenico può dare un range di falsi negativi compreso tra il 10 e il 25 per cento, a seconda che venga effettuato da una persona esperta, per esempio in farmacia, o meno", fa sapere il presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani e della Federazione italiana società scientifiche di laboratorio Pierangelo Clerici. "Questo significa che con i rapidi 'fai da te', si rischia di avere risultati inesatti in un caso su quattro, dato che la positività non viene rilevata. Ciò avviene perché non è facile effettuare da soli in modo corretto il prelievo naso orofaringeo che, come sappiamo, deve provocare un po’ di fastidio".
Discorso molto simile vale anche per i test salivari, i quali non sono raccomandati dai medici. E il motivo è che questi non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità (capacità di individuare i positivi, cioè i malati) e specificità (capacità di individuare i negativi). "La qualità del campione di saliva è soggetta a molte variabili, per esempio il tempo trascorso dall’assunzione di cibo o bevande e il modo in cui si è tenuto in bocca il tampone", continua Pierangelo Clerici. "In generale - conclude infine l'esperto - i test di questo tipo offrono meno garanzie rispetto a quelli che analizzano un campione naso orofaringeo".
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