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Covid, eccessivo allarmismo e disinformazione i veri virus. Gli ultimi dati ISS, da elaborare con attenzione, evidenziano 2 nuovi casi su 3 su soggetti vaccinati e la stessa incidenza dei decessi tra non vaccinati e vaccinati con terza dose

Una situazione in cui molti media evidenziano uno scenario apocalittico, in gran parte causato dai soggetti non vaccinati, a fronte di dati e informazioni da leggere con attenzione. Dov’è la verità? Come vanno letti i numeri? Proviamo a fornire qualche evidenza

26 Dicembre 2021

Covid, eccessivo allarmismo e disinformazione i veri virus. Gli ultimi dati ISS, da elaborare con attenzione, evidenziano 2 nuovi casi su 3 su soggetti vaccinati e la stessa incidenza dei decessi tra

Fonte: lapresse.it

Il vero male del Covid-19 è rappresentato spesso da eccessivo allarmismo e disinformazione, in una situazione in cui numeri e informazioni forniti dalle autorità sanitarie e dalle varie strutture sul territorio sono di difficile lettura.

Ad esempio, nell’ultimo report dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) pubblicato il 24 Dicembre 2021 sono riportati i numeri dei contagi, delle ospedalizzazioni, delle terapie intensive e dei decessi di non immediata e univoca interpretabilità, oltre che di non forte solidità statistica.

Report ISS - 24 Dicembre 2021

Alcune evidenze circa la necessità di attenzione da porre sui numeri:

- Diagnosi SARS COV 2: periodo tra il 19 Novembre e il 19 Dicembre 2021

- Ospedalizzazioni: periodo tra il 5 Novembre e il 5 Dicembre 2021

Ovvero, gli ospedalizzati sono tali prima di aver preso il Covid, situazione evidentemente impossibile, a meno di considerare segmenti di dati di periodi differenti, e quindi non perfetta comparabilità.

- Ricoveri in terapia intensiva: periodo tra il 5 Novembre e il 5 Dicembre 2021

Ovvero, le ospedalizzazioni e le terapie intensive sono contestuali (ma in teoria l’aggravamento dovrebbe essere temporalmente successivo)

- Decessi: periodo tra il 28 Ottobre e il 28 Novembre 2021

Ovvero, i decessi sono prima delle ospedalizzazioni, e ancor prima delle diagnosi di Covid!

Situazione evidentemente impossibile.

Veniamo ai dati:

Se sommiamo il totale dei nuovi casi di Covid nel periodo indicato, questi ammontano a 404.745, dei quali 264.068 relativi a soggetti vaccinati e 140.677 relativi a soggetti non vaccinati, ovvero i 2/3 dei contagi sono relativi a soggetti vaccinati. E questo è un dato inequivocabile.

Se confrontiamo invece l‘incidenza nel periodo dei nuovi casi sui totali di ciascun segmento, quella relativa ai non vaccinati è pari al 2%, mentre è dello 0,6% relativamente ai soggetti vaccinati.

Ma i valori assoluti evidenziano la preponderanza dei nuovi casi su soggetti vaccinati.

 

Vediamo l’incidenza delle ospedalizzazioni rispetto alle diagnosi di Covid:

Popolazione non vaccinata, 4,2%; popolazione vaccinata con terza dose, 3,6% (ovvero le ospedalizzazioni dei soggetti non vaccinati sono quasi le stesse dei soggetti con terza dose); vaccinata con ciclo incompleto, 3,5%, con ciclo completo da meno di 150 giorni, 1,3%, mentre da oltre 150 giorni, 4,4%.

Da considerare che per tutti i cluster le incidenze maggiori sono per i soggetti over 80 anni.

Vediamo l’incidenza dei decessi rispetto alle diagnosi di Covid:

Popolazione non vaccinata, 0,6%; popolazione vaccinata con terza dose, 0,6%: ovvero la % dei decessi di chi ha avuto la trza dose è la stessa di chi non è vaccinato.

I decessi dei vaccinati con ciclo incompleto sono sempre lo 0,6%, da meno di 150 giorni lo 0,1% e da oltre 150 giorni lo 0,9%.

Da considerare poi alcune variabili qualitative, non riportate nel report. Le persone over 80 vaccinate, magari con terza dose, saranno più prudenti dei soggetti con stessa seniority ma non vaccinati? E se così fosse, i dati relativi ai vaccinati sarebbero sottostimati / potenzialmente non comparabili?
Mentre i giovani che abitudini di comportamento esprimono?
Le abitudini di comportamento tra classi di età, stato di salute, situazione vaccinale, localizzazione geografica, etc tendono a rendere poi ancor più complessa la comparazione dei dati.

Ma poi troviamo annunci shock basati sul citato rapporto ISS, tra i quali, ad esempio, che il tasso di decesso tra i non vaccinati sarebbe circa 20 volte superiore rispetto a chi ha ricevuto la terza dose. 

È bene rifuggire dagli allarmismi e elaborare i dati e le informazioni con spirito critico e con un solido approccio analitico, affinché, citando Einaudi, si possa comprendere e deliberare in modo corretto.

Di LS

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