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Variante sudafricana, per aggiornare il vaccino Pfizer basteranno 100 giorni

Pfizer e BioNTech hanno comunicato che per consegnare le prime dosi di vaccino aggiornate contro la variante sudafricana saranno necessari soltanto 100 giorni

26 Novembre 2021

Variante sudafricana, per aggiornare il vaccino Pfizer ci vorranno 100 giorni

fonte: Twitter @Libero_official

Circa 100 giorni per sviluppare e consegnare una versione del vaccino aggiornata contro la nuova variante sudafricana. È quando comunicato oggi dalla casa farmaceutica Pfizer, specificando che già da diversi mesi i ricercatori dell'azienda si stanno preparando per poter intervenire sul loro vaccino in meno di sei settimane. Attualmente il laboratorio tedesco di BioNTech sta attendendo i risultati di uno studio apposito, che potrà determinare se realmente la nuova variante ha la capacità di eludere la protezione fornita dal vaccino anti Covid.

Variante sudafricana,  100 giorni per aggiornate il vaccino

"Abbiamo immediatamente avviato studi sulla variante B.1.1.529", ha dichiarato un portavoce della casa farmaceutica all'AFP, aggiungendo che la suddetta variante "differisce chiaramente da quelle già conosciute perché ha mutazioni aggiuntive sulla proteina Spike". Le mutazioni presenti sulla proteina Spike sono infatti ben 32, circa il doppio di quelle presenti nella variante Delta e il triplo rispetto alla variante Alfa. Si tratta di differenze sostanziali, che potrebbero da un lato aumentare la contagiosità della variante e dall'altro confondere i nostri anticorpi ormai abituati ai ceppi attualmente in circolazione.

A giocare a nostro vantaggio tuttavia è il fatto che il vaccino Pfizer si basi sulla tecnologia a mRna (o Rna messaggero), la quale rende possibile aggiornamenti immediati del farmaco nell'eventualità che emerga una nuova variante. Proprio questa caratteristica è stata sottolineata qualche giorno fa anche dal direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma Francesco Vaia, che ha dichiarato: "Uno dei motivi per cui si è scelta la tecnologia a mRna è che è molto performante, in grado di essere adeguata facilmente. Quindi devono essere adeguate alle varianti. Questo è il traguardo e ci stiamo arrivando".

Dov'è comparsa la variante sudafricana?

Secondo le ultime rilevazioni sembrerebbe che i primi riscontri della nuova variante siano avvenuti nella provincia sudafricana del Gauteng. In questi ultimi giorni il tasso di positività nella zona è peraltro incrementato molto rapidamente, soprattutto tra la popolazione più giovane, passando dall'1% al 30% di incidenza nella popolazione e soppiantando quasi completamente la variante Delta in alcune zone della provincia.

Le ipotesi attualmente sul tavolo stanno vagliando la possibilità che una variante così particolare possa essersi sviluppata all'interno dell'organismo di una persona immunodepressa, probabilmente affetta da HIV, che ha convissuto con il virus per settimane o addirittura per mesi. Una presenza così duratura del coronavirus Sars-CoV-2 in un singolo individuo potrebbe aver indotto le numerose mutazioni che caratterizzano la variante sudafricana. Secondo gli esperti però a giocare un ruolo importante nella vicenda potrebbe essere stato anche il basso tasso di vaccinazione nel paese africano, attualmente fermo al 24%.

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