13 Luglio 2021
Oggi in Europa "più della metà di tutti gli adulti sono completamente vaccinati". Lo comunica sul suo profilo Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, secondo la quale "sono state consegnate dosi sufficienti per vaccinare il 70% degli adulti" in tutti gli Stati membri. Poi sottolinea: "Per proteggersi dalle varianti ed evitare una nuova ondata di infezioni, è importante vaccinarsi".
A parlare di varianti oltre la Von der Leyen è il Ministro della Salute Roberto Speranza che durante il suo intervento al 'Women20 Summit' a Roma afferma: "In Italia e in Europa ci sono elementi significativi di ripresa dei contagi per la variante Delta". E ancora: "Siamo dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia. La Francia - continua il Ministro - sull'obbligo della vaccinazione del personale sanitario" contro il Covid "ha seguito il nostro approccio. Il decreto è stato approvato in Italia già l'1 aprile. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo. Oggi - conclude Speranza a Roma - abbiamo superato i 58 milioni di dosi.
A esprimere preoccupazione per la variante Delta arriva anche Franco Locatelli, portavoce del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Coronavirus e presidente del Consiglio superiore di sanità, ospite questa mattina al Life Sciences Pharma & Biotech Summit organizzato da 'Il Sole 24 Ore'. "Questo - dice l'esperto - è un momento in cui in tutto il mondo, in Europa in particolare e in alcuni Paesi come Spagna, Portogallo e Uk, vi è una circolazione importante della variante Delta che si connota per una contagiosità decisamente superiore alla già più contagiosa variante inglese. I dati che abbiamo a disposizione ci raccontano di persone con una sola dose di vaccino che possono sviluppare patologia in qualche caso anche grave".
"Questo -continua Locatelli - rende ragione della scelta di completare il ciclo vaccinale più velocemente possibile. Va fatto con la stessa determinazione avuta in questi mesi e seguendo il piano sviluppato dal commissario straordinario Figliuolo". E poi: "Quello profuso è uno sforzo importante che ha dato priorità a tutte le fasce d'età più esposte al rischio di sviluppare una patologia grave e questo ci ha permesso di ridurre il numero dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive in maniera importante" aggiunge il portavoce del Cts.
"Delle vaccinazioni anti-Covid per la fascia d'età 12-18 anni - continua l'esperto - dico senza esitazioni tutto il bene possibile. I profili di sicurezza del vaccino approvato in questa fascia d'età sono assolutamente rassicuranti. Coprire la fascia 12-18 anni vuol dire innanzitutto assicurare a questi ragazzi che non sviluppino le pur rare sindromi multi-infiammatorie sistemiche e qualche altra rara forma di patologia più grave legata all'infezione da Sars-CoV-2". Ciò, prosegue Franco Locatelli, "vuol dire ridurre la circolazione virale e garantire all'interno delle stesse classi una protezione per i compagni che, in ragione di una qualche condizione di immunodeficienza, non possono beneficiare direttamente dell'effetto protettivo delle vaccinazioni". Infine, significa "arrivare a creare le condizioni per garantire la migliore continuità possibile" per le scuole, conclude.
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