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Covid, variante indiana in Italia: cosa dicono gli esperti

Arriva in Italia la nuova variante indiana del Coronavirus e gli esperti lanciano l'allarme: "Non c'è ancora nulla di certo, potrebbe fare resistenza ai vaccini"

26 Aprile 2021

Variante Covid

Variante Covid (fonte foto LaPresse)

La variante indiana del Covid "preoccupa come tutte quelle che appaiono nel mondo e di cui sappiamo poco" e in questo momento "di riaperture e zone gialle dobbiamo avere la massima attenzione". A parlare della nuova mutazione del Coronavirus arrivata anche in Italia che sta preoccupando gli esperti è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.

Covid, variante indiana in Italia: cosa dicono gli esperti

Intervistato dall'Adnkronos Salute Andreoni mostra la preoccupazione di medici ed esperti sulla nuova variante indiana del Covid-19. "Il virus ancora non si è stabilizzato e si modifica - sottolinea - e può evidentemente far partire nuove varianti. Dobbiamo tracciare e monitorare per individuarlo in anticipo".

Dobbiamo anche capire altre tre cose: "Se è più trasmissibile rispetto al ceppo originale, se è più letale e se resiste ai vaccini" continua l'esperto. D'altronde la comunità indiana in Italia è molto numerosa e dunque ora occorre evitare che possano diffondersi focolai locali o d'importazione.

"Se queste persone - spiega il direttore scientifico della Simit - sono state in India recentemente o hanno avuto contatti stretti con persone tornate nelle ultime 2-3 settimane, nel caso di sintomi occorre che si sottopongano a un tampone, si segnalino alle Asl o al medico di famiglia". 

Covid variante indiana, gli esperti: "Non sappiamo niente" 

A mostrare preoccupazione per la variante indiana è anche Maria Rita Gismondo, microbiologa dell'ospedale Sacco di Milano che all'Adnkronos Salute spiega la necessità di studiare bene tale mutazione del virus "perché al momento non sappiamo assolutamente niente" di certo. "Dobbiamo però - prosegue l'esperta - abituarci ad avere sempre nuove varianti" di Covid, poiché il virus "ha cominciato a mutare dalla sua prima comparsa: è un virus a Rna e continuerà a mutare".

"Stiamo approfondendo - sostiene la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze del Sacco - le ricerche per capire meglio cosa questa variante possa comportare". Poi precisa che "l'attuale situazione dell'India non può essere correlata esclusivamente a una variante che peraltro nel Paese" asiatico "sta circolando nel 10% dei casi".

"Bisogna continuare a osservare il virus - esorta ancora Gismondo - e continuare a studiare le varianti che ci propone ed eventualmente aggiornare i vaccini a mano a mano che il virus cambia, cosa che è già stata decisa. Un controllo epidemiologico fatto a livello mondiale può sicuramente limitare la diffusione delle varianti" di Covid, mentre "non credo che la limitazione dei viaggi possa totalmente bloccare la loro diffusione - avverte Gismondo - anche se certamente può limitarla".

Variante indiana, Pregliasco: "Necessarie altre valutazioni"

La variante indiana "di sicuro ci piace poco perché ha due mutazioni che rendono più facile l'inserimento all'interno dell'organismo". Tuttavia "è necessario fare ancora alcune valutazioni" su questo mutazione. A ribadire la necessità di ulteriori approfondimenti è anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, ospite al programma 'Agorà' su Rai3.

"Da un lato -precisa l'esperto - bisognerà capire se e quanto questa variante sia più contagiosa rispetto al virus originale, come sembra" e dall'altro sarà necessario "chiarire se la variante indiana sfugge ai vaccini. A proposito di questo ultimo punto "sembrerebbe - continua Pregliasco -  in particolare da uno studio israeliano sul vaccino Pfizer, che una capacità di protezione, seppur ridotta, ci sia. Questo rilancia la fondamentale esigenza di procedere il più velocemente possibile con le vaccinazioni".

Infine il virologo conclude dicendosi d'accorso con la decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare gli ingressi dall'India: "Una scelta precauzionale che condivido - conclude Pregliasco - alla luce della situazione epidemiologica indiana, che sicuramente vede in questa recrudescenza terribile" di Covid-19 "che stanno vivendo anche una riapertura eccessiva in quel contesto e difficoltà organizzative".

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