12 Aprile 2021
Vaccino Covid (fonte foto Lapresse)
Sono ancora troppi gli italiani infetti in giro, più di quanto siano i numeri a raccontare. Ad esserne convinto l’infettivologo e docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma Stefano Vella, che ha espresso le sue convinzioni durate un intervento alla trasmissione Agorà, su Rai 3.
"Abbiamo ancora troppe persone infette in giro. E con questa variante il virus gira e colpisce anche le persone giovani, come è accaduto con il calciatore Daniele De Rossi. Probabilmente abbiamo molti più infetti di quelli che vediamo, perché i numeri quotidiani dei contagi riguardano solo quelli che hanno fatto il tampone. La soluzione è: rimediare i vaccini e vaccinare" ha affermato il professor Vella.
Gran parte d’Italia invoca le riaperture ma per il docente universitario è ancora presto. “Potremmo permettercele quando i dati lo consentiranno. Abbiamo già fatto tre errori in passato e la gente, ora, si fida meno. Abbiamo già detto chiudiamo poi riapriamo per un estate tranquilla. Lo abbiamo ridetto a Natale e lo abbiamo fatto, adesso, con Pasqua. Ora, però, abbiamo anche i vaccini". L’esempio da seguire secondo Vella per riaprire è quello di Israele ossia con la copertura vaccinale.
L’obiettivo è quello di vaccinare oltre la metà della popolazione solo così si potrà pensare a tornare alla normalità. "Quando arriveremo a vaccinare il 60% della popolazione saremo piuttosto tranquilli, salvo variabili ovviamente. Facendo i conti con questo punto di partenza si può capire quando si riapre. Abbiamo già vaccinato 12 milioni di persone. Se noi, tenendo conto anche che la prima dose già funziona abbastanza, facciamo 400mila vaccinazioni al giorno, in 2 mesi arriviamo a 38 milioni. E ci siamo", ha detto ancora l'infettivologo convinto che ora "i vaccini cominceranno ad arrivare" e l'obiettivo di 400mila vaccinazioni al giorno "lo raggiungeremo". "Se addirittura riusciamo a fare 500mila dosi al giorno faremo ancora prima, quando avremo 40 milioni italiani vaccinati si potrà riaprire in relativa sicurezza tutto il Paese. Anche se ovviamente non dobbiamo fare gli errori del passato e continuare ad essere prudenti" ha concluso il docente.
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