22 Marzo 2021
Continua a preoccupare la diffusione del Covid in tutto il mondo, ma dall’Europa arrivano buone notizie: a luglio, grazie all’avvio delle vaccinazioni di massa, si potrebbe raggiungere l’immunità di gregge. Ecco cosa ne pensano gli esperti.
Il primo a parlare di immunità di gregge è il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton. Secondo l’esperto il 14 luglio 2021 sarà un giorno fatidico per tutta l’Europa. “Oggi abbiamo chiaramente la capacità di consegnare 300-350 milioni di dosi per la fine di giugno”.
“Abbiamo la possibilità di arrivare all'immunità di gregge per il continente per il 14 luglio. Le dosi ci sono e – continua Breton - non avremo assolutamente bisogno del vaccino Sputnik V. I russi hanno grandi difficoltà a produrlo e noi li aiuteremo nel secondo semestre se ne avranno bisogno”.
"Più che di immunità di gregge io parlerei di protezione di gregge” dice invece Pierpaolo Sileri. “Avendo ricevuto la prima dose forse il 70%, 80% degli europei, è verosimile che raggiungeremo questo obiettivo a luglio” sottolinea il sottosegretario alla Salute.
"La vaccinazione – prosegue Sileri intervistato da 'Non Stop news' su Rtl 102.5 - sta andando per età e per fragilità. Inizialmente si è creato un doppio binario: un vaccino dedicato agli anziani e uno dedicato a chi sta bene ed è giovane, ma questo è superato perché AstraZeneca viene usato per età superiori e per chi sta bene e quindi – conclude infine il sottosegretario - non ci sono più le categorie di lavoratori, si va secondo delle categorie che vedono l'età come primo fattore insieme alla malattia".
Più prudente è invece Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università Statale di Milano, secondo il quale i vaccini contro il Covid "attualmente disponibili sono basati sul virus selvaggio del gennaio-marzo scorso, non su quello che circola ora”.
“Tanto è vero che – continua Galli – oggi è fondamentale vaccinare per evitare che chi incontra il virus sviluppi una malattia seria, perché la certezza che il vaccino eviti completamente l'infezione non ce l'abbiamo. Siamo da questo punto di vista purtroppo lontani dall'idea del vaccino da utilizzarsi per lo sviluppo dell'immunità di gregge".
"Spero che questa idea venga dopo con efficienza – si augura l’esperto – ma è verosimile che si dovrà provvedere ad aggiornare i vaccini per le nuove varianti. La preoccupazione è doverosa e sarebbe stata doverosa contro tutti gli atteggiamenti faciloni avuti nei mesi scorsi, perché - conclude infine Galli - non saremmo combinati come siamo ora se ci fosse stata meno volontà di considerare tutto come acqua passata".
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