25 Novembre 2025
(fonte: lapresse.it)
Il disegno di legge sul "consenso libero e attuale" che si sarebbe dovuto approvare simbolicamente oggi, 25 novembre, in Senato, è saltato. A "giocare il tiro mancino" e a fare dietrofront è stato proprio il governo, o meglio: la Lega del viceministro Matteo Salvini, dove Giulia Bongiorno, presidente Commissione Giustizia è intervenuta per chiedere "nuove audizioni per chiarire alcuni aspetti tecnici" del disegno.
Oggi è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e in Senato, dopo l'approvazione unanime alla Camera dello scorso 19 novembre, tirava aria di ottimismo per l'approvazione in giornata del disegno di legge sul "consenso libero e attuale", quella fondamentale modifica inerente al tema della violenza sessuale, su cui anche Pd e Fratelli d'Italia avevano raggiunto pochi giorni fa una "storica" intesa. L'approvazione era attesa anche dalle stesse opposizioni e dal presidente del Senato Ignazio La Russa dopo che la premier Giorgia Meloni e la Segretaria del Pd Elly Schlein avevano chiuso positivamente le ultime trattative sul tema. Eppure la Lega di Salvini ha messo uno freno al procedere dei lavori: "Farò un ciclo di audizioni che sia mirato e breve su alcuni aspetti tecnici segnalati" ha comunicato la leghista Giulia Bongiorno, relatrice del ddl su violenza sessuale e consenso.
In particolare, ha continuato Bongiorno motivando i tentennamenti, i dubbi riguarderebbero un comma inerente ai casi di "minore gravità" per cui i senatori del centrodestra hanno chiesto ulteriori chiarimenti. La leghista però ha rassicurato: "Il provvedimento certamente andrà avanti. È importantissimo e utile perché è come se in Italia una giurisprudenza esalta il consenso e poi il singolo giudice si attiene al testo normativo". Ma alle opposizioni la mossa non è piaciuta: i senatori del centrosinistra, in segno di protesta, hanno abbandonato la commissione Senato. Parlando di "tradimento del patto di lealtà" (Andrea Quartini, deputato M5s), sono le opposizioni si sono dette "sorprese e amareggiate" della decisione: "Una legge che aveva oggi la possibilità di celebrare un momento alto del Parlamento, è stata di fatto affossata. (...) Stringersi la mano con questa destra non vale niente”, hanno detto i senatori dem abbandonando i lavori".
Tutto questo mentre, alla Camera, i deputati dell'opposizione hanno chiesto una sospensione del ddl Femminicidio, richiesta respinta. Serve "sospendere il provvedimento fino a quando la ministra Roccella non chiarirà insieme ai capigruppo di maggioranza del Senato cosa sta accadendo", se cioè "c'è ancora un accordo sul tema delle violenze di genere" ha motivato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi Sinistra, tra i partiti che hanno chiesto la sospensione.
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