21 Novembre 2025
Fonte: LaPresse
Caro ministro Annamaria Bernini,
facciamo finta che l’abbiano incartata su i suoi dirigenti e che lei abbia capito poco della nuova modalità per accedere a Medicina: le diamo - a fatica - le attenuanti della non stretta competenza tecnica. Del resto le fesserie non mancano neppure nel suo ministero che sta smontando l’Università pubblica a vantaggio di quelle telematiche, quelle dei Bandecchi, dei Polidori e prima degli Iervolino: una follia avviata tempo fa ma che questo governo sta aumentando di intensità.
Magari questa ennesima figuraccia di prove che circolavano già il giorno prima in rete potrebbe essere l’occasione, cara Bernini, di metterci un po’ più la testa. Ecco, si impegni anche lei.
Ora le trascrivo uno dei tanti messaggi che mi sono arrivati in queste ore, testimonianze dirette dalla prima sessione d’esame del 20 novembre.
“Noi studenti iscritti al semestre filtro per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia siamo stati convocati oggi, 20 novembre, alle ore 9:00, per sostenere la prima sessione d’esame. Puntualmente, alle 9:00, siamo stati fatti entrare nel padiglione della nostra università e smistati nelle aule assegnate, comunicate nei giorni precedenti. Una volta entrati, siamo stati sottoposti a controlli rigorosi: uno alla volta, ci hanno verificato i documenti d’identità, chiesto di riporre nelle borse ogni oggetto personale (telefoni, smartwatch, fogli, penne) e di appendere giacche e cappotti. Dopo questa fase preparatoria, ci siamo avvicinati alla cattedra per ricevere dai professori i codici identificativi da applicare sui plichi delle risposte al termine di ogni prova. Abbiamo quindi firmato un registro, tenendo con noi la penna fornita per compilare i test, e siamo stati accompagnati ai nostri posti.
Nella mia aula, alle 10:00, eravamo tutti seduti, e i professori ci hanno fornito istruzioni dettagliate su come correggere eventuali errori durante il test. Per evitare inconvenienti, ci hanno invitato a utilizzare il bagno prima dell’inizio delle prove, sempre sotto la supervisione di un docente, poiché durante le pause di 15 minuti tra una prova e l’altra sarebbe stato concesso solo in casi di estrema urgenza. La prima prova, come stabilito dal Ministero, è iniziata alle 11:00 e si è conclusa alle 11:45. Ognuno di noi aveva tre tesserini, uno per ciascuna materia (chimica, fisica e biologia), che abbiamo consegnato ai professori prima di ricevere una busta sigillata contenente il test, i fogli per la brutta copia e il plico per le risposte.
Al termine di ogni prova, dovevamo riporre nella busta fornita i fogli di brutta e le domande del test, lasciando fuori solo il plico delle risposte con applicata sopra la targhetta con il codice identificativo. Questo plico veniva immediatamente ritirato dai professori e conservato in una scatola separata. È importante sottolineare che i supervisori ci hanno espressamente avvertito di non toccare la penna dopo lo scadere dei 45 minuti previsti per ogni prova, pena l’annullamento del test. Durante l’intera sessione, i professori hanno vigilato costantemente, passando tra i banchi. La sessione d’esame si è conclusa alle 14:00, come da programma”.
Bene, dopo tutte queste misure degne di un aeroporto post Undici settembre che accade? “Circa un’ora dopo la fine della sessione, nel gruppo WhatsApp della mia università sono iniziate a circolare foto del test di biologia, un fatto che dovrebbe essere impossibile considerando che, secondo il regolamento, i telefoni dovevano essere riposti nelle borse prima ancora di prendere posto. Da quel momento, si è scatenata un’escalation di screenshot condivisi, in cui si denunciava che in diverse università italiane i test sarebbero stati svolti in modo irregolare, con la complicità di alcuni professori che avrebbero adottato un atteggiamento di omertà, seguendo la regola del “non vedo, non sento, non parlo”. La situazione ha raggiunto il culmine con la diffusione di registrazioni audio in cui alcuni studenti dichiaravano apertamente quanto fosse stato facile copiare o utilizzare il telefono per cercare le risposte. È persino circolata la foto di un test già compilato da uno studente, probabilmente condiviso su varie piattaforme, dove diverse persone sembravano pronte a ricevere le soluzioni”.
Cara Bernini, lei capisce che in un momento di difficoltà per le famiglie che investono ancora nella formazione universitaria e soprattutto per noi cittadini che ancora speriamo in una sanità pubblica dove i migliori non se ne vanno, forse un po’ più di serietà non guasta. Il nuovo sistema di ammissione a Medicina voluto da questo governo deve fare i conti coi gravi problemi di trasparenza e organizzazione, generati dalle nuove modalità. Certo che è importante annullare i test ma il nuovo criterio è sbagliato. O da rivedere. Non vi devo spiegare io cosa non va, nel pratico, nel cosiddetto “semestre filtro”, né tocca a me dirvi che NON È AMMISSIBILE LA CORREZIONE A MANO DA PARTE DEI DOCENTI! A differenza del vecchio concorso con correzione computerizzata, ora gli esami vengono corretti manualmente dai docenti delle singole facoltà; ma chi mi toglie dalla testa che il figlio del barone consegni in bianco la prova con un segno distintivo e poi venga alterata successivamente? Senza aggiungere quel che si sta vedendo ora: dalle schermate condivise nelle ultime ore, sembra che molti studenti fossero già a conoscenza delle domande d’esame in anticipo.
di Gianluigi Paragone
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia