21 Novembre 2025
Fonte: LaPresse
Dimissioni al Garante della Privacy: a lasciare non è il Collegio – finito sotto i riflettori di Report – ma il segretario generale Angelo Fanizza. Il comunicato diffuso ieri sera dall’Autorità non fornisce motivazioni: "Il Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali, cons. Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni. Il Collegio del Garante, nel prenderne atto, ringrazia il Segretario Generale per il lavoro svolto". Così riferisce una nota ufficiale. Fanizza non ha reso note le ragioni della sua decisione. Secondo quanto affermato da Report dunque, Fanizza avrebbe chiesto di "spiare i dipendenti" del Garante.
Secondo quanto pubblicato dalla trasmissione, "Poche ore fa è stato reso noto all’interno dell’Autorità un documento riservato in cui il Segretario Generale Angelo Fanizza chiedeva al dirigente del dipartimento informatico di provvedere urgentemente all’estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza. La richiesta di Fanizza di spiare i lavoratori dell’Autorità risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima puntata dell’inchiesta di Report". È quanto si legge sul profilo Facebook del programma, che collega la rivelazione alla decisione di Fanizza di lasciare l’incarico.
La scelta di dimettersi arriva al termine di una giornata particolarmente tesa, segnata da un’assemblea del personale che ha chiesto all’unanimità l’uscita dell’intero Collegio. Fanizza era stato nominato da poco, il 10 ottobre, e avrebbe dovuto restare in carica fino alla fine del mandato dell’organo, prevista per il 29 luglio 2027.
In una nota diffusa dopo le notizie di stampa, il Collegio del Garante per la protezione dei dati personali dichiara "la propria totale estraneità rispetto alla comunicazione a firma dell’ex Segretario Generale - alla quale, peraltro, non è mai stato dato seguito - riguardante una richiesta di dati dei dipendenti relativi all’uso dei sistemi informatici". L’Autorità ricorda inoltre che "come da suo costante orientamento giurisprudenziale l’accesso da parte del datore di lavoro a taluni dati personali dei dipendenti relativi all’utilizzo dei sistemi informatici può costituire violazione della privacy".
In carica dal 29 luglio 2025, Fanizza sarebbe rimasto nel ruolo fino al 2027. Nato a Bari nel 1973, è magistrato amministrativo e dottore di ricerca in diritto pubblico dell’economia. Ha insegnato a lungo all’Università di Bari, è stato magistrato al Tar del Lazio e autore di numerose pubblicazioni. La sua nomina era stata approvata all’unanimità dai membri del Collegio: Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza.
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