Sanzioni Ue a Mosca, Presa Diretta denuncia: "A Ravenna rigassificatore pieno di gnl russo", Snam replica: "Noi estranei a scelta fornitori"
Il rigassificatore al largo di Ravenna, di fronte a Punta Marina, avrebbe ricevuto gas russo da una nave metaniera che si sarebbe approvvigionata nei pressi di Kola, in acque controllate da Putin. L'inchiesta di PresaDiretta punta il faro sull'ennesimo paradosso europeo
Un carico di gas presumibilmente russo avrebbe rifornito il rigassificatore di Ravenna. Tutto questo in barba alle sanzioni europee formulate dalla Commissione Ue contro Mosca per far sì che l'Europa - e dunque anche l'Italia - riducano il più possibile la loro dipendenza dal gnl russo. Si tratta dell'ennesima ipocrisia occidentale denunciata dalla trasmissione Presa Diretta in un'inchiesta che andrà in onda stasera, 28 settembre, su Raitre.
Sanzioni Ue a Mosca, Presa Diretta denuncia: "Rigassificatore di Ravenna pieno di gas russo proveniente da Murmansk"
A quanto emerge dalle indagini condotte nel servizio di Andrea Vignali, il rigassificatore al largo di Ravenna, di fronte a Punta Marina, avrebbe ricevuto, lo scorso 14 luglio, un sospetto carico di gas proveniente dalla nave metaniera Lng Geneva, proveniente dal porto spagnolo di El Ferrol. Dalla ricostruzione dello spostamento della nave emerge che dopo la partenza dal porto situato a nord-ovest di Spagna, nella provincia della Coruña, la metaniera avrebbe proseguito "verso nord, superato la Norvegia" spegnendo poi il segnale "nei pressi della penisola di Kola, in Russia" non solo "commettendo una violazione del Codice del mare" ma volendo nascondere un rifornimento scoperto "tre giorni dopo", quando cioè la nave ha "riattivato il tracking, mostrando un aumento del pescaggio: era più pesante, quindi carica". In altre parole: dopo tre giorni, il livello dello scafo sott'acqua era aumentato di due metri, "passando da 9.5 a 11.6 metri". Il rifornimento sarebbe dunque avvenuto nell'oblast' di Murmansk, in Russia settentrionale, prima che la Lng Geneva rientrasse in Italia trasferendo gas alla rigassificatrice al largo della costa romagnola. Un fatto che non solo cozza, e non poco falsamente, con quell'investimento da oltre un miliardo messo dall'Ue per tagliare la dipendenza dal gnl di Mosca come misura sanzionatoria in seno alla guerra russo-ucraina. Ma il paradosso va ingigantendosi se si considera che "la rigassificatrice di Ravenna" è stata realizzata allo scopo di una certa "autonomia" dalla Russia, "in tempi record e soprattutto in deroga alle leggi ambientali". Sul caso è stata coinvolta anche Europa Verde Ravenna, con la rete Per il clima fuori dal fossile: "Ravenna è stata individuata come luogo di sacrificio per scaricare danni derivanti da investimenti finanziari" ha detto il portavoce Antonio Lazzari intervenendo in merito.
Sanzioni Ue a Mosca, Presa Diretta denuncia: "Rigassificatore di Ravenna pieno di gas russo proveniente da Murmansk", Snam spiega: "Forniamo solo servizi, non ci occupiamo di compravendita gnl"
Diretta interessata dell'inchiesta è risultata la Snam, Società NAzionale Metanodotti nonché compagnia energetica proprietaria del rigassificatore. La Snam ha confermato l'arrivo di gas russo, specificando però che dalla Russia sarebbe arrivato solo uno dei nove carichi giunti a Ravenna. Sei sarebbero provenienti dagli Stati Uniti mentre i restanti due verrebbero da Mauritania e Senegal. L'azienda a partecipazione pubblica ha però messo le mani avanti: non sono loro quelli coinvolti nella compravendita di gas ma gli shipper. A loro unicamente il compito di fornire servizi (trasporto, rigassificazione, stoccaggio) "a chiunque li richieda". In Ue, ha poi aggiunto la Snam, "non ci sono divieti all'import di gnl russo a meno che il terminale di destinazione sia collegato alla rete di trasporto", come appunto nel caso di Ravenna. Il caso getta un faro sulle già numerose incongruenze emerse subito dopo la ferma volontà di imporre sanzioni contro il "nemico inesistente" russo. Dopotutto, l'ultimo report del think tank Ember rivelava come nel 2024 l'import di gas russo in Ue fosse aumentato del 18% e come, tra i Paesi beneficiari, oltre a Francia e Repubblica Ceca, figurasse proprio l'Italia.