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Politica e Sanità

Zaia presenta “Autonomia. La rivoluzione necessaria” a Porto Cervo: tra federalismo, Olimpiadi e retorica indottrinante e menzognera sui vaccini mRNA per il Covid

Applausi per l’autonomia e gli aneddoti sulla candidatura olimpica Milano-Cortina, ma critiche per la narrativa conformista sul Covid, dove il governatore ripropone il dogma fuorviante di Draghi: “chi non si vaccina muore e fa morire”.

24 Agosto 2025

Zaia presenta “Autonomia. La rivoluzione necessaria” a Porto Cervo: tra federalismo, Olimpiadi e retorica indottrinante e menzognera sui vaccini mRNA per il Covid

Porto Cervo, 23 agosto 2025 – Ieri, nella suggestiva cornice dell’Hotel delle Rose a Porto Cervo, si è svolta la presentazione del libro Autonomia. La rivoluzione necessaria, scritto da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. L’incontro, organizzato all’interno della rassegna “Autori in Costa”, è stato moderato da Fulvio Giuliani, direttore de La Ragione.

Un nuovo impulso all’autonomia differenziata

Zaia ha ribadito la centralità del progetto di autonomia differenziata, previsto dalla Costituzione, come strumento per migliorare l’efficienza amministrativa. Tra i punti di forza sottolineati:

  • maggior controllo della spesa pubblica a livello regionale;
  • responsabilizzazione diretta degli amministratori locali;
  • risposte più rapide ai bisogni concreti del territorio.

 

Secondo il governatore, l’accentramento statale genera burocrazia, lentezza e opacità delle responsabilità, contribuendo anche alla crescita del debito pubblico.

Congratulazioni e aneddoti sulle Olimpiadi

Uno dei momenti più apprezzati della presentazione è stato quello dedicato alle Olimpiadi invernali del 2026. Zaia ha ricevuto elogi per il ruolo svolto nella candidatura italiana, che ha visto Cortina unita a Milano in un progetto di ampio respiro.

Molto graditi dal pubblico anche alcuni aneddoti raccontati dal governatore, che hanno reso più vivace la serata: dal lungo percorso diplomatico e politico che ha portato la candidatura italiana al successo, fino alla fase finale della competizione con la Svezia. Zaia ha ricordato con ironia che, per rafforzare la loro posizione, gli svedesi avevano portato addirittura i reali di Svezia all’ultimo round di votazione, segno della durezza della sfida. Un episodio che ha strappato sorrisi e applausi alla platea, sottolineando l’importanza e la difficoltà di quel risultato.

Il tema dei mandati e la frecciata a Fratelli d’Italia

Nel corso della presentazione, Zaia ha anche sollevato una questione politica spesso taciuta: il limite dei mandati. Ha fatto notare che i presidenti di Regione, così come i sindaci dei comuni oltre i 15.000 abitanti, possono restare in carica solo per due mandati, mentre questo tipo di vincolo non esiste per altre cariche istituzionali, dal Parlamento alla Presidenza del Consiglio.

Un’osservazione che, oltre a essere una rivendicazione personale, è apparsa anche come un messaggio politico: secondo Zaia, vi è stata una “piccola ingerenza” di Fratelli d’Italia, che avrebbe puntato a mettere le mani sul Veneto senza considerare che governare una Regione non significa solo esprimere un presidente, ma anche garantirne la stabilità e la governabilità. “In questi due mandati – ha sottolineato – ho sempre ottenuto una gestione maggioritaria, senza problemi nell’Assemblea regionale.” Una frecciata che non è passata inosservata.

Il punto deludente : vaccini mRNA , protocolli e gestione del dissenso

Molto più discutibile, invece, il passaggio dedicato da Zaia al tema dei vaccini a mRNA. Il governatore ha ribadito i propri meriti nel “buon esito” della campagna vaccinale anti-Covid, sostenendo che i vaccini mRNA fossero testati e correttamente utilizzati, arrivando persino ad affermare che in futuro “chi entrerà in ospedale per un tumore dovrà fare un vaccino mRNA”.

 

Queste dichiarazioni appaiono però improntate a luoghi comuni rassicuranti, più che a un bilancio critico. È ormai evidente che i vaccini contro il Covid non hanno impedito la diffusione del contagio, né garantito un’immunizzazione stabile. E soprattutto non si possono ignorare i gravi effetti collaterali registrati in questi anni: miocarditi, trombosi, neuropatie e un aumento esponenziale di malori improvvisi e morti sospette.

In questo senso, la posizione di Zaia ha finito per riproporre, in forma aggiornata, il dogma menzognero di Mario Draghi, quello secondo cui “chi non si vaccina muore e fa morire”. Un’affermazione che, col senno di poi, ha pesato come un macigno nel dibattito pubblico, alimentando discriminazioni e divisioni, senza fondamento scientifico solido.

A ciò si aggiunge la gestione della prima fase della pandemia, con il famigerato protocollo di “tachipirina e vigile attesa”. Una scelta che ha contribuito ad aggravare la condizione di migliaia di pazienti, mentre farmaci antinfiammatori, antibiotici o molecole a basso costo venivano esclusi. Un’ombra pesantissima, ancora oggi, sulla sanità italiana.

L’unico punto negativo della serata

Se da un lato la presentazione è stata animata e coinvolgente, l’unico vero incidente della serata è stato il comportamento di Zaia nei confronti di una partecipante che aveva chiesto la parola. Con tono arrogante, tipico di chi detiene il microfono, il governatore ha liquidato l’intervento senza concedere replica, imponendo la sua versione con una narrazione unilaterale e manipolativa. Un atteggiamento che ha ricordato a molti i giorni più bui della pandemia, quando ogni voce critica veniva silenziata in nome di una “verità ufficiale” rivelatasi poi del tutto ingannevole ed interessata.

In sintesi

La presentazione del libro Autonomia. La rivoluzione necessaria ha mostrato due facce di Zaia:

  • il leader capace di raccontare con passione il trionfo olimpico e di difendere con forza il regionalismo differenziato;
  • ma anche il politico polemico sui mandati, diffidente verso l’ingerenza dei partiti nazionali, e soprattutto prigioniero di una narrazione semplicistica sui vaccini e sulla gestione sanitaria del Covid, che arriva a riproporre persino il dogma menzognero di Draghi.

Una serata che ha alternato applausi e sorrisi a ombre e critiche, confermando il carisma comunicativo del governatore, ma anche i limiti di un approccio che, sui temi più delicati, resta fermo ai luoghi comuni e alle semplificazioni ed alla narrativa manipolativa orwelliana .

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