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No agli emendamenti RSI dell'Oms e no alle Ong, il sovranismo che riesce dà fastidio alle sinistre globaliste

Qualcosa di sovranista si muove ancora nel governo Meloni, ragione per cui meglio tenerselo se non c’è nient’altro all’orizzonte (e non c’è)

19 Luglio 2025

Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Giorgia Meloni e Matteo Salvini (fonte: Lapresse)

Qualcosa di sovranista si muove ancora nel governo Meloni, ragione per cui meglio tenerselo se non c’è nient’altro all’orizzonte (e non c’è). Qualcosa di sovranista in materia sanitaria e qualcosa di sovranista rispetto a filantropi e Ong che si muovono in mare scegliendo a chi destinare i disperati che si affidano alle mani di banditi mercanti di persone, ong che ora esultano per la scelta di alcuni giudici che non accettano le sentenze di assoluzione contro chi avevano accusato di “sequestro di persone”. Ma procediamo con ordine.


L’Italia ha detto no agli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale dell’Oms, respingendo ogni tentativo di ampliamento dei poteri dell’Organizzazione in caso di “pandemia”. Il messaggio che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha affidato, attraverso una lettera ufficiale, al direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è chiaro: non vogliamo essere messi sotto tutela da terzi. Il famoso Tedros della pandemia, ricordate? Noi benissimo. E siamo contenti che anche il governo e il ministro Schillaci se ne siano ricordati. “Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità”. Tra i punti più contestati: la possibilità per l’Oms di dichiarare “un’emergenza pandemica” senza il consenso degli Stati e l’imposizione di obblighi sanitari vincolanti, inclusi quelli legati ai vaccini.


Si tratta di una decisione importante, in linea con le scelte della Casa Bianca formato Maga: del resto il progetto di rifare grande l’America è un progetto sovranista (lo sa bene Steve Bannon), pertanto aver rifiutato l’idea globalista e sovrastrutturale di affidare alla Oms il governo mondiale della Sanità è una scelta sacrosanta! Che ovviamente non piace alla sinistra globalista, amica culturalmente di Bill Gates il quale - con la Fondazione Bill & Melinda Gates - è il secondo maggior donatore dell’Oms, organizzazione che oltre ai finanziamenti delle Nazioni si alimenta dei denari di Bloomberg Foundation, Wellcome Trust e Rockefeller Foundation. Il potere dei più buoni, cantava Giorgio Gaber.


Bene dunque ha fatto il governo italiano a respingere le modifiche al Regolamento sanitario internazionale proposte dall’Oms. Ora sentiremo i soliti piagnistei delle virostar che squittivano in tv in quei tempi. Amen. Si fa così perché un governo democraticamente eletto (governo Meloni) ha scelto di salvaguardare il potere decisionale nazionale e non delegarlo a organismi internazionali sempre più potenti ma anche sempre più opachi nelle decisioni (del resto vogliamo ancora commentare le decisioni di Tedros agli inizi della pandemia? Le sue strane relazioni con la Cina? Le scelte a favore degli interessi commerciali di Bill Gates in campo “alimentare”? A tal proposito vi consiglio il libro “Il Cibo a pezzi” scritto dall’anima della Coldiretti, Enzo Gesmundo).
Dopo l’astensione sull’accordo pandemico, governo si è ripreso la sovranità in materia sanitaria e siccome il silenzio avrebbe significato assenso, il ministro alla Salute Orazio Schillaci ha opposto il rifiuto italiano in caso di "emergenza pandemica" e sugli "obblighi vaccinali". L’effetto di questi emendamenti avrebbe ampliato “significativamente” l’autorità dell’Oms e il suo ruolo “nelle emergenze sanitarie pubbliche, comprese le dichiarazioni di pandemia. Avrebbe introdotto una nuova definizione di emergenza pandemica, che l’Oms potrebbe dichiarare anche in assenza di accordo con il singolo Stato colpito. Tutto questo in poche parole avrebbe resettato il potere decisionali dei governi nazionali. Quindi bravo Schillaci, al quale chiediamo un aggiornamento dei lavori della commissione d’inchiesta sul Covid, visto che notizie non ne arrivano e non vorremmo che il silenzio diventasse complice di Big Pharma e di Speranza.


Di sovranismo si può parlare anche rispetto alle scelte del governo in materia di migrazioni, specie contro quelle Ong (alle cui spalle ci sono governi e filantropi alla Soros) che nell’equivoco dei salvataggi in mare destinano le loro barche nei porti dei Paesi governati da maggioranze politiche che a loro non piacciono. Un po’ come a dire: ora ci pensiamo noi a crearvi casini facendo leva sulla comunicazione dei buoni sentimenti. La comunicazione (voce per cui destinano grandissime quantità di soldi dei loro bilanci!!!) infatti è costruita ad arte al fine di creare nel cittadino che vede un senso di colpa e di pietà. E quindi a solidarizzare con le Ong, a prescindere dalle norme. Le quali norme invece vengono rispettate dai governi, come per esempio accadde con Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e sul quale fu fatta una campagna di comunicazione pesante. Insomma lui era il mostro che non faceva scendere i migranti, lasciandoli in condizioni disperate. Nulla di vero. Ci sono voluti mesi e mesi e alla fine quel processo ha assolto il ministro Salvini perché il fatto non sussiste.


Ora la stessa Procura che ha perso il processo si è rivolta direttamente alla Cassazione contro la sentenza Open Arms. «Motivazione inconsistente», scrivono i pm rispetto alla decisione del tribunale: i giudici - a loro dire - avrebbe interpretato le norme nazionali e internazionali in maniera errata. Esultano sinistra e ong, le quali evidentemente gioiscono perché possono andare contro il governo e contro Salvini. Tanto paga Pantalone, cioé noi contribuenti italiani. Ora si può sapere per quale motivo un cittadino che è stato assolto deve andare incontro ad una incomprensibile partita di ritorno? L’appello dovrebbe servire a chi è accusato, perde e può chiedere un appello. Ma se l’accusa perde (e a Palermo ha perso in malomodo) dovrebbe accettare il verdetto. Non lo vuole fare? Benissimo, però sia responsabile - anche a livello pecuniario - dei propri errori e delle proprie scelte. Altrimenti troppo facile.

Di Gianluigi Paragone

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