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Taglio vitalizi, Ilona Staller “Cicciolina” fa ricorso: “Voglio 10mln di € di risarcimento, con 1000 al mese non vivo dignitosamente”

Il ricorso della ex pornostar, depositato presso il Collegio d'Appello interno della Camera, si fonda su una presunta violazione del principio di affidamento

10 Luglio 2025

Taglio vitalizi, Ilona Staller “Cicciolina” fa ricorso: “Voglio 10mln di € di risarcimento, con 1000 al mese non vivo dignitosamente”

Ilona Staller Fonte: X @manodedios1926

Ilona Staller, conosciuta da tutti come Cicciolina, torna al centro della scena con una battaglia legale che riaccende il dibattito sui vitalizi parlamentari. L’ex deputata del Partito Radicale ha infatti presentato ricorso contro il taglio deciso nel 2018 e chiede 10 milioni di euro di risarcimento alla Camera dei Deputati. “Con 1.000 euro al mese non riesco a vivere dignitosamente”, ha dichiarato.

Taglio vitalizi, Ilona Staller “Cicciolina” fa ricorso: “Voglio 10mln di di risarcimento, con 1000 al mese non vivo dignitosamente”

Ilona Staller, meglio nota al grande pubblico come Cicciolina, ha ufficialmente presentato ricorso contro il taglio dei vitalizi parlamentari deciso nel 2018. L’ex deputata del Partito Radicale chiede alla Camera dei Deputati un risarcimento simbolico di 10 milioni di euro, affermando che il provvedimento ha avuto conseguenze devastanti sulla sua vita. “È una questione di diritti acquisiti”, sottolinea.

Il ricorso, depositato presso il Collegio d'Appello interno della Camera, si fonda su una presunta violazione del principio di affidamento. Secondo i legali di Staller, il taglio imposto rappresenterebbe una rottura unilaterale di un diritto maturato, in contrasto con i principi giuridici che impediscono l’effetto retroattivo delle norme su diritti già acquisiti. “Mi hanno tolto tutto”, ha dichiarato l’ex porno attrice, precisando che l’intera somma richiesta sarà interamente devoluta in beneficenza.

Dietro la richiesta di risarcimento, Staller ha raccontato anche il lato umano della sua battaglia: “Con 1.000 euro al mese non riesco a vivere dignitosamente”, ha detto, aggiungendo che dopo la fine della carriera politica e artistica, le sue entrate si sono ridotte drasticamente. “Non ho fatto investimenti milionari, vivevo del mio lavoro e di quello assegno. Ora sono in difficoltà vera”, ha ammesso.

La vicenda di Cicciolina è tutt’altro che isolata. Il suo nome si aggiunge a quello di circa 1.300 ex parlamentari che hanno impugnato la riforma del 2018, tra cui spiccano figure come Antonio Bassolino, Paolo Cirino Pomicino, Antonio Guzzanti, Claudio Scajola e Rosa Russo Iervolino. Il cuore della contestazione è la delibera dell’Ufficio di Presidenza della Camera, voluta durante la presidenza di Roberto Fico (M5S), che ha trasformato il sistema di calcolo dei vitalizi da retributivo a contributivo, provocando tagli fino all’86%.

Molti ex deputati hanno visto i loro assegni mensili scendere da oltre 4000 euro a meno di 1000. Una riduzione che, secondo i ricorrenti, è “punitiva” e non tiene conto degli anni di servizio e dei contributi versati. Fico ha sempre difeso la riforma, definendola “una necessaria operazione di giustizia sociale”.

Il Collegio d’Appello si è già riunito lo scorso 2 luglio per ascoltare le parti. Una decisione favorevole ai ricorrenti avrebbe pesanti conseguenze economiche: secondo alcune stime, il ripristino dei vitalizi e i risarcimenti potrebbero arrivare a costare allo Stato quasi 4 miliardi di euro, mettendo a rischio gli equilibri di bilancio di Montecitorio e aprendo un possibile scontro con l’esecutivo.

La decisione definitiva del Collegio è attesa nelle prossime settimane. Qualora il ricorso venisse accolto, si aprirebbe un precedente giuridico di grande portata, potenzialmente in grado di rimettere in discussione l’intera riforma. In caso contrario, la battaglia legale potrebbe proseguire davanti alla giustizia civile o persino costituzionale.

Questa non è solo una mia battaglia, ma una questione di principio per tutti”, ha concluso Ilona Staller, ponendo l’accento sul tema, sempre delicato, della dignità e del sostentamento economico degli ex parlamentari più anziani o senza altre entrate.

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