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Covid, manifestanti no-Green Pass al porto di Trieste nel 2021, un'aggressione di Stato non per ordine pubblico ma per difendere interessi economici

Chiedo verità, giustizia e responsabilità che simili abusi non vengano dimenticati né minimizzati, e che chi ha ordinato o coperto queste violenze risponda davanti alla legge e all’opinione pubblica.

07 Giugno 2025

Covid, manifestanti no-Green Pass al porto di Trieste nel 2021 aggrediti dallo Stato non per ordine pubblico, ma per difendere interessi economici

Come Segretario Generale Nazionale di OSA Polizia, esprimo sdegno e profonda preoccupazione per quanto emerso in sede parlamentare e giudiziaria in merito alla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni pacifiche avvenute nell’autunno del 2021 contro il Green Pass, in particolare al Porto di Trieste.

Nel corso della mia audizione presso la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla gestione dell' emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV2, avvenuta a novembre 2024, ho denunciato con fermezza l’uso dell’idrante contro manifestanti seduti, in preghiera, con il rosario in mano. Una pagina buia della nostra democrazia, una ferita alla dignità civile e ai diritti costituzionali. Reprimere così la libertà di espressione e di manifestazione, in assenza di qualunque minaccia reale all’ordine pubblico, è un atto che va ricordato come un grave abuso.

Oggi, quanto già denunciato allora, trova drammatica conferma anche nelle aule del Tribunale di Trieste, dove è in corso il processo ai portuali. Durante un'udienza recentissima – come riportato anche dal Giornale del Friuli – l'ex capo della Digos di Trieste, Zampaglione, ha affermato chiaramente che furono le forze dell’ordine a dare inizio agli scontri, intervenendo con manganelli, idranti e lacrimogeni su manifestanti inermi. Alla domanda dell’avvocato Pierumberto Starace su quando scoppiarono le violenze, Zampaglione ha risposto senza esitazioni: “L'intervento della polizia ha scatenato gli scontri”.



Tali parole smentiscono la narrazione dominante di quegli eventi, che presentava i manifestanti come facinorosi. La verità che emerge, invece, è quella di uno Stato che ha reagito non per garantire l’ordine pubblico, ma per difendere interessi economici, come evidenziato dal comunicato diffuso dal coordinamento “No Green Pass e Oltre”: “La realtà dell'aggressione di Stato a migliaia di manifestanti pacifici è pienamente emersa. La motivazione per aggredire la gente fu quella di tutelare gli interessi economici portuali che avremmo minacciato”.

Chiedo verità, giustizia e responsabilità che simili abusi non vengano dimenticati né minimizzati, e che chi ha ordinato o coperto queste violenze risponda davanti alla legge e all’opinione pubblica. Difendere il diritto di manifestare pacificamente e difendere la democrazia. Non resteremo in silenzio.

Antonio Porto

Segretario Generale Nazionale OSA Polizia

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